Le mani della ‘ndrangheta sull’alta velocità: sostegno ai Sì Tav, 40 arresti. Politici coinvolti

Indagato vicepresidente del consiglio della Calabria. Nuove accuse al senatore Caridi. Chiesto l’arresto del verdiniano Galati: ma il gip non accoglie

Interessi in settori strategici, quali il movimento terra, l´edilizia, l´import-export di prodotti alimentari, la gestione di sale giochi e di piattaforme di scommesse on line, la lavorazione dei marmi, autotrasporti, smaltimento e trasporto di rifiuti speciali. E anche i sub-appalti già aggiudicati per la realizzazione Terzo Valico, attualmente in fase di costruzione con l´avvenuta cantierizzazione di siti nell’area ligure-piemontese. Sono solo alcuni degli aspetti della operazione della polizia di Stato e della Dia che oggi hanno eseguito 42 misure cautelari – 34 in carcere, 6 ai domiciliari e 2 interdittive dall’esercizio di un pubblico ufficio – a carico di altrettante persone ritenute affiliate o contigue alla ‘ndrangheta delle cosche reggine Raso – Gullace – Albanese e Parrello – Gagliostro, indagate per associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni e società. Tra le ipotesi degli inquirenti, quella che – allo scopo di agevolare l’inizio dei lavori – alcuni affiliati avessero anche sostenuto il movimento Sì Tav, favorevole alle opere dell’alta velocità e contrapposto ai comitati No Tav. Politici e funzionari dell’agenzia delle Entrate erano in contatto con alcuni degli indagati. Gli arresti sono stati eseguiti in Calabria, Lazio, Liguria, Piemonte e in altre regioni del Nord Italia. Almeno una quarantina i provvedimenti restrittivi.

LE INDAGINI E I SUOI VARI FILONI – Le indagini, dirette dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, sono state divise in due filoni: uno, con il coordinamento del Servizio centrale operativo (Sco), è stato condotto dalle squadre mobili di Reggio Calabria, Genova e Savona; l’altro dal centro Dia di Genova, con la collaborazione degli uffici di Reggio Calabria e Roma.  Gli investigatori hanno anche eseguito un sequestro preventivo di beni mobili, immobili, depositi bancari e di numerose società riconducibili agli indagati per un valore di circa 40 milioni. L’inchiesta, denominata “Alchemia”, si è sviluppata in due fasi operative: una condotta nei confronti di elementi affiliati alla cosca mafiosa “Raso-Gullace-Albanese” di Cittanova; l’altra, su appartenenti alla medesima consorteria mafiosa ed a quella denominata “Parrello-Gagliostro” di Palmi. Affiliati alla cosca cittanovese operanti in Liguria hanno confermato il loro profilo di pericolosità e di solido collegamento con la “casa madre”, evidenziando ancora una volta il rilevante ruolo della Liguria nelle dinamiche e negli interessi della ‘ndrangheta nel Nord Italia. L’indagine è partita dal monitoraggio di alcune ditte che operano nel movimento terra nell’area del Savonese e si sono poi allargate. Pesanti indizi alla pista degli inquirenti sono arrivati dagli accertamenti svolti dalla Dia fra il 2009 e il 2011 su alcune famiglie calabresi trapiantate in Liguria e da indagini della squadra mobile di Genova che nei due anni successivi, nel 2012 e il 2013, hanno trovato conferme. “Con assoluta discrezione – ha detto il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho – pensando di sfuggire ai controlli, il gruppo criminale si era inserito nei lavori per la realizzazione del terzo lotto del Passo dei Giovi, e quando non riusciva a vincere gli appalti legalmente, passava alle intimidazioni ed alla corruzione”.

I POLITICI COINVOLTI NELL’INCHIESTA: NUOVE ACCUSE PER CARIDI – La Dda di Reggio Calabria aveva chiesto l’arresto anche del deputato Giuseppe Galati, di Ala, accusato di corruzione aggravata dalle modalità mafiose. Il gip però non ha accolto la richiesta perché non ha ritenuto sussistesse un quadro indiziario grave. Allo stesso modo il giudice ha respinto una nuova richiesta d’arresto per il senatore Antonio Caridi, di Gal, ritenendo che le accuse fossero assorbite dall’ordinanza emessa nell’operazione “Mamma Santissima“ che ha svelato la presunta super cupola che governa la ‘ndrangheta. Per Caridi domani la giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato avvierà l’esame della richiesta di arresto. Ma la lista dei politici indagati include anche il vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco D’Agostino, eletto con la lista di centrosinistra Oliverio presidente. Nei confronti di D’Agostino viene ipotizzato il reato di intestazione fittizia di beni, aggravata dall’avere agevolato la ‘ndrangheta. Oggi ha subito una perquisizione in casa e in ufficio. Le condotte contestate non riguarderebbero però la sua attività politica.

“Il senatore Stefano Caridi si dimostra riferimento funzionale della ‘Ndrangheta anche in questa inchiesta”. Queste le parole del Capo della Procura distrettuale di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, e dell’aggiunto Gaetano Paci, illustrando i particolari dell’inchiesta Alchemia nella quale sono indagati anche lo stesso Caridi, il deputato di Gal Giuseppe Galati, ex sottosegretario di Stato, ed il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco D’Agostino. L “Il senatore Caridi – afferma Paci – era consapevole e complice del gruppo criminale e si è adoperato in più occasioni per aggiustare e risolvere problemi ai Gullace-Raso. Con le sue amicizie aveva interessato impiegati e funzionari dell’Agenzia delle entrate e della Commissione Tributaria di Reggio Calabria per salvaguardare gli interessi di Carmelo Gullace, il quale, nel corso della campagna elettorale del 2010 per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria, aveva radunato tutti i dipendenti della sua azienda a Cittanova minacciandoli, in presenza del Caridi, di licenziarli tutti se non avessero dato il loro voto, e quello dei loro famigliari allo stesso Caridi”.

Secondo gli inquirenti Caridi si sarebbe speso con la cosca Raso-Albanese-Gullace per un incontro con Galati che per due volte si sarebbe incontrato con gli emissari della cosca che gli avevano chiesto aiuto per rendere fabbricabile un’area urbana di Roma, senza ottenere il favore richiesto, proponendogli persino la cessione di una parte di quell’area.

TUTTI GLI ARRESTATI NELL’OPERAZIONE ALCHEMIA – Sono 40 le persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta Alchemia. In carcere sono finiti in 34: Antonino Raso, nato a Cittanova (Reggio Calabria), 68 anni; Fabrizio Accame, nato ad Albenga (Savona), 37 anni; Carmelo Gullace detto “Nino”, nato a Cittanova), 65 anni; Elio Gullace, nato a Cittanova, 58 anni, Giulia Fazzari, nata a Genova, 57 anni; Antonio Fameli, nato a San Ferdinando di Rosarno (Reggio Calabria), 78 anni; Giampaolo Sutto, nato a Genova, 55 anni; Marianna Grutteria, nata a Serravalle Scrivia (Alessandria), 46 anni; Orlando Sofio, nato a Cittanova, 62 anni; Agrippino Sipala, nato a Raddusa (Catania), 68 anni; Vincenzo D’Amico, detto “Enzo”, nato a Taurianova (Reggio Calabria), 48 anni; Alfredo Beniamino Ammiragli, detto “Direttore”, nato a Castellammare di Stabia (Napoli), 49 anni; Massimiliano Corsetti, detto “il romano”, nato a Roma, 55 anni, Girolama Politi, nata a Cittanova, 64 anni; Girolamo Giovinazzo, detto “Jimmy”, nato a Cittanova, 44 anni; Francesca Politi detta “Luciana”, nata a Roma, 43 anni; Rocco Politi, nato a Cittanova, 59 anni; Rosario Politi, nato a Cittanova, 57 anni; Luigi Taiano, nato a Napoli, 47 anni; Michele Albanese, nato a Rosarno (Reggio Calabria), 61 anni; Fortunato Caminiti, detto “Gaetano”, nato a Taurianova, 57 anni; Candeloro Gagliastro, detto “Enzo” o “geometra” o ” Cece'” o “principale”, nato a Taurianova, 48 anni; Carmelo Gagliostro, nato a Palmi (Reggio Calabria), 42 anni; Pietro Pirrello, detto “Piero”, nato a Reggio Calabria, 40 anni; Demetrio Rossini, detto “Demi” o “portachiavi” o “messo”, nato a Palmi, 43 anni; Adolfo Barone, nato a Palmi, 49 anni; Fortunata Militano, detta “Nuccia”, nata a Palmi, 46 anni; Rocco Filippone, nato a Palmi, 35 anni; Gabriele Parisi, detto “il consulente” o “ciuchino” o “ciu-ciu”, nato a Palmi, 34 anni; Vincenzo Zoccoli, nato a Palmi, 40 anni; Pietro Giovanni, detto “Giampiero” o “Mister Dollaro”, nato a Palmi, 46 anni; Francesco Gullace detto “Ciccio”, nato a Cittanova, 67 anni; Francesco Raso, nato a Polistena (Reggio Calabria), 24 anni; Pantaleone Contartese, detto “Leone” o “Luni”, nato a Limbadi (Vibo Valentia), 70 anni. Sono agli arresti domiciliare in sei: Rita Fazzari, nata ad Albenga, 46 anni; Roberto Orlando, nato ad Albenga, 45 anni; Salvatore Orlando, nato a Vibo Valentia, 46 anni; Antonio Galluccio, nato a Cinquefrondi (Reggio Calabria), 35 anni;  Giuseppe Iero, detto “Peppe”, nato a Reggio Calabria, 34 anni. Due le misure interdittive con sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio: Annunziato Vazzana, detto “Nuccio”, nato a Santo Stefano in Aspromonte (Reggio Calabria), 51 anni; Salvatore Mazzei, nato a Calanna (Reggio Calabria), 60 anni.

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