
La storia della partecipazione femminile partenopea e campana
Una bellissima mostra di cinquanta foto, tantissime in bianco e nero che racconta la storia delle lotte femministe a Napoli e in Campania, è stata allestita nella Biblioteca Delcogliano nel palazzo del Consiglio regionale della Campania. Curata da Luisa Festa, storica femminista napoletana che ha messo a disposizione ben 25 scatti della sua storia personale, la mostra è stata inaugurata oggi alla presenza della presidente dell’assemblea regionale Rosetta D’Amelio, della consigliera regionale delegata alle pari opportunità, Loredana Raia, delle presidenti dalla Commissione Pari Opportunità, Natalia Sanni, della Consulta Regionale femminile, Simona Ricciardelli, e dall’Osservatorio sul fenomeno della violenza sulle donne, Rosaria Bruno. “Questa mostra è una testimonianza che vogliamo dare alle nuove generazioni – spiega Luisa Festa – raccontando mezzo secolo di movimento femminista, delle sue battaglie non solo per l’emancipazione ma anche per i servizi, dai consultori agli asili nido”. Sono vari gli archivi privati a cui si è attinto per allestire la mostra. Molti gli scatti di grande impatto fotografico, che testimoniano la partecipazione femminile alle manifestazioni di piazza, in particolare dal 1973 al 1985, e si conclude con foto scattate con la manifestazione del 2006 contro l’abolizione della legge 194 sull’aborto e con la recente “Non una di meno” contro la violenza sulle donne. Nonostante ci sia stato, dal 1968 ad oggi, un “cambiamento culturale nel rapporto tra i sessi, con uomini che hanno fatto un percorso, ce ne sono altri che vengono da famiglie prive di consapevolezza.
Luisa Festa, si sofferma sull’ennesimo atto di violenza contro una donna consumatosi ieri a Terzigno, in provincia di Napoli. “Non hanno consapevolezza del rispetto dell’altro sesso. Questo vuol dire che c’è ancora tanto da fare. La mostra su 50 anni di femminismo vuol dare un contributo anche in questo senso”. E alla domanda se il femminismo non si sia limitato alla teoria senza riuscire a fare battaglie semplici e concrete nel quotidiano, risponde: “Forse è stato troppo teorico. Dopo la rivendicazione dei principi di uguaglianza si è passati a lavorare sulle pari opportunità che, però, non devono annullare le differenze tra uomo e donna. Bisogna ripartire dalle scuole. Questi segnali di femminicidi sono un incubo e devono farci riflettere”.