Il distanziamento sociale impedisce la ripresa

Riceviamo e pubblichiamo

A quasi tre mesi dallo scoppio dell’epidemia Covid19 molte cose sono cambiate soprattutto sotto il profilo sanitario Prima di tutto si ha maggiore contezza delle caratteristiche del virus. In seconda battuta sono state prese, da quasi tutte le regioni italiane, misure sanitarie efficaci per combattere l’infezione. Sono stati costruiti centri Covid attrezzati con modernissime terapie intensive pronte a fronteggiare l’emergenza contagio. Non si capisce ancora se la virulenza del virus si è attenuata o sono migliorate le cure, in ogni caso, anche in presenza di contagi, i decessi sono sensibilmente diminuiti a testimonianza che, anche senza il vaccino, il pericolo di mortalità si è notevolmente ridotto.

Edvige Nastri

A questo punto è davvero arrivato il momento di mettere sul piatto della bilancia le priorità da rispettare. Finora si è data priorità alla salvaguardia della salute dei cittadini. Il lavoro fatto dal comparto sanitario e anche dalla politica è stato encomiabile. Purtroppo però la salvaguardia della salute pubblica ha messo in ginocchio il comparto produttivo dell’intera nazione. Nessun aiuto economico, anche il più sostanzioso, potrà mai essere sufficiente per ripagare i danni subiti, tanto meno lo sarà in fase di ripresa delle attività. Esistono infatti attività produttive, e mi riferisco a quelle relative al terzo settore, per le quali la ripresa, volendo rispettare le attuali misure restrittive, è ragionevolmente impossibile. I limiti imposti dal distanziamento sociale minano alla base il presupposto sul quale si basano imprese legate al turismo, alla ristorazione, alla cultura, alla balneazione, al commercio. Tutte attività che rappresentano la spina dorsale su cui si basa l’economa del paese Italia. E allora che fare? Bisognerà prima o poi, più prima che poi, avere il coraggio di eliminare il distanziamento sociale e affidare alla responsabilità individuale la scelta di frequentare un ristorante, di prendere un aereo, di andare a fare compere in un negozio, di scegliere per le proprie vacanze un posto affollato o isolato. Insomma la convivenza col virus deve passare necessariamente per l’eliminazione del limite del distanziamento sociale che deve al massimo essere una scelta individuale e non un’imposizione.

Edvige Nastri

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