Governo, martedì ripartono le consultazioni: trattativa M5S-Pd, la Lega non è out

Al termine del primo giro, il presidente della Repubblica annuncia: “Mi è comunicato che sono state avviate iniziative tra partiti. Ho il dovere di richiedere decisioni sollecite”. Negoziati tra 5 stelle e dem, ma Salvini è disposto a riprendere il filo gialloverde

Altro giro, altra ruota: martedì al Quirinale ripartono le consultazioni. Mattarella auspica che in cinque giorni l’orizzonte si schiarisca. In cima all’agenda, la trattativa M5S-Pd. Ma resta uno spiraglio per la Lega: Salvini è disposto a riallacciare i rapporti con i 5 stelle, anche se la rottura resta traumatica. E il tempo rimasto per cancellare le scorie, oggettivamente, è poco.  Il Carroccio resta alla finestra: una parte del M5S vuole riattivare il dialogo, per quanto bruci la mozione di sfiducia leghista, presentata e ritirata. Il nodo è la diffidenza: se di Salvini non ci si fida più, del Pd non ci si fidava prima. Ma un tentativo si deve compiere, ed ora è il turno del Nazareno. Così, l’assemblea dei gruppi pentastellati dà mandato a Di Maio ad incontrare la delegazione dem. E Zingaretti apre: “Dalle proposte e dai principi da noi illustrati al Capo dello Stato e dalle parole e dai punti programmatici esposti da Di Maio, emerge un quadro su cui si può sicuramente iniziare a lavorare”. Intanto, un accigliato presidente della Repubblica si presenta alla stampa, a 2 ore dall’uscita della delegazione grillina, ultima a colloquio con lui. “Svolgerò nuove consultazioni che inizieranno nella giornata di martedì prossimo – annuncia – per trarre le conclusioni e assumere le decisioni necessarie”. Sembra un’ultima chiamata, al termine della quale non ci sono alternative: un nuovo esecutivo o il ritorno alle urne. Ma non può escludersi un “governo di garanzia”, per traghettare il paese alle elezioni. “Sono possibili solo governi che – ricorda Mattarella – ottengono la fiducia del Parlamento con accordi dei gruppi su un programma per governare il Paese, in mancanza di queste condizioni la strada è quella delle elezioni.  Il ricorso agli elettori è necessario se il parlamento non è in grado di esprimere una maggioranza di governo”. Il sentiero è stretto, ma restano margini per non interrompere anzitempo la legislatura. “Mi è comunicato che – avverte il capo dello Stato – sono state avviate iniziative tra partiti. Ho il dovere di richiedere decisioni sollecite”. Come dire: non aspetterò oltre martedì.

(Foto Quirinale – Presidente della Repubblica/Fb)

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