Direttore de Il Desk a Radio Kiss Kiss sulla Birreria di Miano: “Poco trasparenti le 250 assunzioni”

Ciro Crescentini intervistato sul nuovo centro commerciale realizzato sull’ex area della Birra Peroni

Tiene ancora banco la vicenda dell’ex stabilimento della Birra Peroni di Miano, adesso trasformata in centro commerciale, con tanto di albergo. L’azienda che gestisce il tutto deve assumere 250 persone. E proprio la gestione delle assunzioni, affidate alla Plurimpresa, agenzia di lavoro privata, ha creato l’ira dei disoccupati. Questa mattina si sono occupati della vicenda anche i colleghi di Radio Kiss Kiss Napoli, che hanno approfondito la questione coinvolgendo il nostro direttore Ciro Crescentini, che dai microfoni dell’emittente radiofonica campana ha spiegato il perché di tanto interesse intorno all’ex stabilimento Peroni. “L’area dove sorgeva lo stabilimento – ha detto Crescentini – era un’area industriale che nel 2006 è stata trasformata in area edificabile. La giunta Jervolino, convinse gli operai a lasciare la fabbrica promettendo loro un posto di lavoro dopo i lavori di ristrutturazione. I 50 operai furono messi in cassa integrazione e nel frattempo seguirono dei corsi di formazione, pagati dalla Regione Campania, all’epoca guidata da Bassolino, per potersi aggiornarne in vista di essere ricollocati nella nuova struttura che doveva nascere. Si parlava, dunque, di riconversione professionale. Però i mesi passarono, e la cassa integrazione finì, così come i corsi di formazione che sono costati non poco alla Regione – prosegue il direttore de IlDesk – e di lavoro non se ne parlava ancora. Al contrario la giunta Iervolino decise di trasformare la destinazione d’uso dell’area da industriale ad edificabile, con il bene placito della Regione. Questa trasformazione fu una scelta politica e amministrativa ben precisa. Dunque non si voleva più realizzare un’area di sviluppo e lavoro, ma un’area dove poter costruire alloggi e centri commerciali. Fino a qua, poteva anche starci, se non fosse stato per un errore commesso dalla giunta Jervolino, che – afferma Ciro Crescentini – non ha inserito nella delibera che poi è stata approvata per la modifica della destinazione d’uso dell’area, una clausola nella quale si vincolasse le imprese a dover assumere gli ex lavoratori del birrificio. Insomma chi avrebbe preso la gestione dei lavori era libero di poter assumere chi voleva. Ora il punto fondamentale è che nessuno sta mettendo in discussione la libertà imprenditoriale, però una cosa è un lavoro privato e dunque un privato può assumere chi vuole, mentre un’altra cosa è gestire un’area che era industriale e poi trasformata e non far lavorare gli ex dipendenti o la gente del posto. L’errore commesso dalla giunta Jervolino – prosegue ancora Crescentini – poteva essere risolto dall’attuale giunta, la quale avrebbe potuto convocare l’azienda che gestisce l’ex Peroni e chiedere l’applicazione di questa clausola sociale o quanto meno introdurre dei criteri affinché venissero assunti giovani disoccupati di Miano e di Napoli. Ma purtroppo da Comune non è arrivata nessuna richiesta all’azienda, che adesso dovrà assumere 250 persone tra camerieri, cuochi, addetti alle pulizie, alla sicurezza, etc… e invece di rivolgersi agli uffici di collocamento si è rivolto ad una società interinale la Plurimpresa che ovviamente assumerà chi vuole, oppure chi gli viene raccomandato. Perché a questo punto – conclude Ciro Crescentini – a noi chi ci garantisce che non ci saranno consiglieri, assessori o altri che chiederanno l’assunzione di loro amici?”

Monica De Santis

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