Da Renzi insolita umiltà: “Referendum perso per sud e giovani”. E rilancia il Mattarellum

Il leader all’assemblea nazionale del Pd: “Ho avuto voglia di mollare e non sarei umano se non lo dicessi. Ma il patto tra noi è che nessuno qui ha il diritto di abbandonare”

Un Renzi insolitamente umile fa autocritica nell’analisi del voto referendario, rilancia il Mattarellum e dice no ad un congresso del Pd anticipato. All’assemblea nazionale del partito, ammette: “Abbiamo straperso il 41% in un referendum è una sconfitta netta. Abbiamo perso al Sud perché il nostro approccio è stato troppo vicino al notabilato. Abbiamo perso tra i giovani e tra i quarantenni. Abbiamo dimostrato di fare bene le slide ma non abbiamo ascoltato il dolore delle persone. Ho sbagliato – afferma – a politicizzare il referendum. Da un lato avevamo i voti di fiducia al Senato, dall’altro 19milioni di persone che hanno detto ‘Basta’. Ma il No non è una proposta politica omogenea”. La netta bocciatura alla riforma significa che si “bloccherà, per anni, qualsiasi ipotesi di riforma”. E al fronte avverso manda a dire: “Ora aspettiamo le proposte di riforma del fronte del No, eravamo a un passo dalla Terza Repubblica e invece rischiamo di tornare alla Prima, senza la qualità della classe dirigente della Prima Repubblica”. A sorpresa, in tema di legge elettorale Renzi parla di Mattarellum: “Una proposta fatta di un articolo, c’è solo bisogno di sistemare i collegi. Se gli altri partiti vogliono dire di sì, lo facciamo subito e basta. Lo chiedo a Forza Italia, alla Lega Nord, alla nostra sinistra che si sta riorganizzando. E guardo con interesse a quanto sta facendo Giuliano Pisapia”. Ma il leader dem stupisce anche quanti scommettevano su un congresso anticipato: “Sarebbe stata la scelta migliore, ci ho pensato dal giorno dopo. Ma rispetteremo le scadenze statutarie, faremo il congresso nei tempi previsti. Nessuna resa dei conti nel Pd”. Promette anche una segreteria “più plurale e autorevole. Dobbiamo cambiare passo. I nostri sindaci devono essere coinvolti di più”. In fondo aveva anche promesso di lasciare la politica in caso di sconfitta al referendum. E per qualche istante l’idea gli è balenata in testa: “Ho avuto voglia di mollare e non sarei umano se non lo dicessi. Ma il patto tra noi è che nessuno qui ha il diritto di abbandonare il proprio posto di guardia come sentinella e riprendere il Paese”. Ci avevate creduto davvero?

(Foto @Ettore_Rosato/Twitter)

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