Crisi governo: al Pd  quasi tutti i ministeri, ruoli marginali per i  Cinquestelle

Probabile ingresso anche di Liberi e Uguali

Mentre è in corso l’incontro tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti tra i corridoi di Palazzo già si fanno insistenti le voci sul toto-ministri componenti del  futuro governo giallo-rosa. Dato per superato il veto su Giuseppe Conte premier, i Democratici chiederebbero per loro un vicepremier unico e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Non sarebbe comunque Nicola Zingaretti  a fare il numero 2 di Conte. Il segretario Pd avrebbe deciso, infatti, di restare al Nazareno e alla presidenza della Regione Lazio. La scelta, allora, potrebbe ricadere su Andrea Orlando, Dario Franceschini o Paola De Micheli. Ma non sono esclusi colpi di scena dell’ultima ora. Quanto alla squadra al Pd andrebbe il ministero dell’Interno (in pole Franco Gabrielli, Marco Minniti), l’Economia (rimane caldo il nome di Misiani, ma i Dem per il Mef e la riforma ‘monstre’ da fare in autunno sarebbero alla ricerca di una figura già avvezza alle dinamiche con l’Unione Europea e la scelta cadrebbe sull’eurodeputato Roberto Gualtieri), gli Esteri (forse a Paolo Gentiloni), il Lavoro (si parla di Tommaso Nannicini).  Nella compagine Dem, in qualche casella, dovrebbero esserci Orlando, De Micheli e Morassut per quel che riguarda gli uomini d’area Zingaretti; Rosato e Marcucci o Guerini in quota Renzi, Serracchiani o Delrio in area Martina. Per quel che riguarda i pentastellati – spiegano fonti vicine alla trattativa – rimarrebbero al governo Fraccaro, Trenta, Di Maio e Bonafede. Gli ultimi tre, però, lascerebbero i ministeri guidati nell’esecutivo gialloverde. Trenta, infatti, viene spiegato, sarebbe ‘pericolante’ alla Difesa e al suo posto potrebbe andare Di Maio. Via anche Bonafede  da Ministero Giustizia che, secondo quanto si apprende, potrebbe andare a Liberi e Uguali. Tra i nomi in lizza, in questo caso, quello di Pietro Grasso. New entry Stefano Patuanelli (verso le Infrastrutture) e Francesco D’Uva, che da capigruppo pentastellati in Parlamento entrerebbero nei ministeri. Trattative in corso, in queste ore, anche sul nome del commissario Ue. In pole, se non dovesse andare al Mef, ci sarebbe Roberto Gualtieri

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