I dati del report di Transparency International Italia: l’anno scorso 24 casi campani sui 152 in Italia. Di questi 13 a Napoli, 5 a Caserta, 4 a Salerno, 2 a Benevento. Nessuno ad Avellino. Riflettori sulla sanità, abituale fucina di scandali
Mazzette, clientele, raccomandazioni: benvenuti in Italia. Il romanzo del malaffare tricolore si arricchisce del report “A voce alta-Un anno di segnalazioni 2018” di Transparency International Italia. Un dossier nel quale la Campania registra il primato delle segnalazioni di corruzione: 24 sulle 152 in Italia, più di Lazio (21) e Lombardia (16). Erano 20 nel 2017, e sono 81 (su 618) dal 2014. Da quando, cioè, il rapporto conteggia le segnalazioni inviate ad Alac. Alac è la piattaforma rivolta ai cittadini che si imbattono in illeciti o comportamenti contrari all’interesse pubblico. “Il 2018 è stato un anno di svolta perché – afferma un esperto del team, Giorgio Fraschini – è stato il primo da quando è entrata in vigore la nuova legge a tutela di chi segnala casi di corruzione all’interno del proprio ente, i whistleblower”. Tra le province, spiccano Roma (18 casi), Napoli (13), Torino e Cagliari (9 a testa). In Campania, inoltre, troviamo 5 segnalazioni a Caserta, 4 a Salerno, 2 a Benevento. Nessuna ad Avellino. In Italia, un segnalante su tre è proprio un whistleblower, quindi un dipendente dell’ente oggetto di segnalazione. “Si tratta di un trend in lieve aumento rispetto al 2017 – spiega l’indagine-, segnale che forse la legge in tutela dei segnalanti inizia a mostrare i primi effetti. Tuttavia, la fiducia rispetto alla tutela della propria identità non è ancora piena: il 55% di chi segnala preferisce ancora restare anonimo (anche se la percentuale è in netto calo rispetto al 2017, quando registravamo il 61% di segnalazioni anonime)”. Fra gli illeciti più frequenti, favoritismo e clientelismo (41 segnalazioni). Ma abbondano anche frodi e violazioni contabili (34) e abuso di posizione pubblica (14). La maggioranza degli episodi riguarda l’ambito pubblico (71%). Viceversa, solo il 26% si riferisce ad un soggetto privato.
L’ALLARME SANITÀ. “La sanità – specifica il report – si conferma tra i settori più critici, seguita da pubblica amministrazione ed educazione”. Un quadro che in Campania trova rapido riscontro. Il settore sanitario, infatti, è una rituale fucina di scandali. Sono 3 le segnalazioni in provincia di Napoli, e altrettante in quella di Salerno. Una cifra più elevata solo a Cagliari (5). “Da anni – ricorda Transparency International Italia – teniamo sotto particolare osservazione il settore sanitario, poiché continua ad essere uno dei più segnalati. Inoltre, si distingue per l’ampio spettro di situazioni riportate, riferibili ad ambiti molto particolari. All’interno delle aziende sanitarie infatti si verificano sia illeciti tipici anche di altre pubbliche amministrazioni come gli enti territoriali, nomine e appalti in primis, sia situazioni molto specifiche, riferibili solo al contesto medico”. E non occorre la sfera di cristallo, per scoprire l’origine di tanti sospetti. “La ragione – sostiene il rapporto – è da cercare nella complessità ed estensione delle strutture, l’elevato numero del personale e l’esteso bacino di utenza. Le aziende sanitarie rappresentano probabilmente le strutture più eterogenee nel panorama delle pubbliche amministrazioni italiane. Un altro aspetto che caratterizza questo settore è la qualità media delle segnalazioni: oltre il 91% è inerente a fatti di corruzione o assimilabili e solo tre tra quelle ricevute (34 in totale in sanità) non sono direttamente riferibili all’ambito di lavoro di Alac”.
Tra le tipologie di illeciti segnalati, ce ne sono alcune ricorrenti: 9 casi di nomine irregolari, 4 di malagestione di reparti ospedalieri o strutture distaccate, 4 di irregolarità negli appalti (per mancanza di trasparenza, collusione tra imprese o bandi irregolari); 3 casi di “malasanità”; 2 di “furbetti del cartellino”; 2 richieste economiche a pazienti, per garantire favori da parte dei medici. Una galleria di orrori a cui, ormai, siamo abituati.
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