Petizione per chiedere declassificazione delle carte e l’approvazione del reato di depistaggio. L’associazione familiari: “Spunti investigativi da Mafia Capitale”

BOLOGNA – La strage senza mandanti, ennesimo tassello nella trama dei misteri d’Italia.  Bologna ricorda l’eccidio alla stazione che il 2 Agosto di 35 anni fa uccise 85 persone ferendone 200. Alle 8.30 la cerimonia in Comune con circa 200 familiari delle vittime rappresentati dal presidente Paolo Bolognesi, deputato del Pd ma pronto a dare battaglia al governo “che non mantiene le promesse”. L’esecutivo Renzi, come tutti i precedenti, non ha messo in cantiere l’invocata legge sul reato di depistaggio. L’associazione familiari delle vittime ha istituito una petizione che “rimarrà aperta  – dice Bolognesi – fino a quando il Governo non avrà rispettato le promesse fatte: approvazione della legge che introduce il reato di depistaggio, sblocco degli indennizzi, corretta applicazione della direttiva che declassifica le carte sulle stragi”.  Nel discorso davanti alla stazione, Bolognesi ha detto che “spunti investigativi possono venire anche dai risultati di recenti indagini, riferendosi a Mafia Capitale. “Tra i nomi dei 37 arrestati, e dei 100 indagati – ha dichiarato il presidente dell’associazione vittime – è amaro constatare come tanti sono nomi già noti, già pronunciati e già denunciati da questo palco da tempo. Tanti sono i nomi di pregiudicati, ex appartenenti ai Nar, l’organizzazione terroristica capeggiata dagli esecutori materiali della strage di Bologna”. In un telegramma a Bolognesi, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha scritto che “L’Italia ha il dovere di non dimenticare quella strage e quelle vittime innocenti che fanno ormai parte della memoria nazionale”.

(Foto @virginiomerola/twitter)

 

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