Avellino, assemblea dei lavoratori degli appalti: “Schiavi mai, pensavano di essere intoccabili”

L’iniziativa del sindacato indipendente dopo l’arresto del Capo degli Ispettori del lavoro della Campania

Grande partecipazione di lavoratori e lavoratrici ieri sera all’incontro-dibattito organizzato dall’Unione Sindacale di Base presso l’ex Chiesa del Carmine di Avellino per affrontare i temi riguardanti gli intrecci, e i rapporti tra settori della grande imprenditoria e alti dirigenti dell’Ispettorato. Intrecci che hanno alimentato gravi casi di corruzione al centro di indagini della Magistratura. Un serio problema di democrazia. Sono intervenuti: Pierpaolo Leonardi – Esecutivo Nazionale Confederale Usb;  Raid Zaghdane – Esecutivo Nazionale Usb Lavoro Privato; Severo Lutrario – INL Frosinone Usb Pubblico Impiego; l’avvocato Arturo Salerni; Vincenzo De Vincenzo della Confederazione Regionale Usb Campania.  L’iniziativa è stata promossa a seguito dell’Inchiesta aperta dalla Procura di Avellino che ha determinato l’arresto di Renato Pingue, Capo dell’Ispettorato Interregionale del Lavoro. L’inchiesta si è attivata a seguito di una denuncia presentata nel 2016 dalla Usb Pubblico Impiego che evidenziava  comportamenti anomali, limiti e mancanza di autonomia da parte della Direzione territoriale del lavoro di Avellino. Un esposto che ha fatto emergere connivenze locali e complicità nazionali che hanno sempre ignorato le richieste di intervento per reprimere illegalità e violazioni delle norme contrattuali.

La nostra battaglia mirava e mira a difendere le funzioni di controllo dell’ispettorato del lavoro,  non abbiamo mai generalizzato sull’organismo di vigilanza dello Stato, anzi, abbiamo difeso e continuiamo a difendere gli ispettori onesti che fanno bene il proprio lavoro. Gli organismi di vigilanza dovrebbero avere mezzi più adeguati per operare più efficacemente –  afferma Enzo De Vincenzo della Confederazione Regionale Usb Campania – Non possiamo che esprimere piena soddisfazione per quanto accaduto ieri e siamo fiduciosi che alla fine giustizia sarà fatta nel rispetto dei diritti dei lavoratori e nel rispetto di quella funzione ispettiva alla quale noi attribuiamo un alto valore”

C’è un mondo, quello della logistica, della manutenzione aziendale, delle cooperative che marciano spediti sulle ruote dello sfruttamento e dell’abbassamento delle tutele dei lavoratori. C’è un caporalato nella logistica di cui si parla poco ed è quello delle cooperative fantasma che nascono e muoiono nel giro di una notte. C’è un’imprenditoria della logistica che spesso si muove ai confini della legalità, come dimostrano gli arresti di Piacenza nella scorsa estate.

Le cooperative sono state usate dai datori di lavoro per reclutare in maniera abnorme la forza lavoro. Dietro la retorica è emerso le cooperative sono padroni come gli altri.  E il sindacato? Singolare, imbarazzante, inquietante il silenzio delle organizzazioni sindacali di categoria di Cgil, Cisl Uil di Avellino, di Napoli e  della Campania.  Invece, sono necessarie iniziative per  la difesa dei diritti, della dignità, del salario, doverose le  denunce del caporalato, del lavoro nero e del perverso sistema degli appalti. Necessarie le azioni per impedire che  le multinazionali della logistica utilizzino ogni mezzo di schiacciare i salari ed azzerare i diritti dei lavoratori all’interno di un sistema di appalti e subappalti. In questa infinita filiera i lavoratori rappresentano l’ultimo anello della catena a cui restano le briciole e la schiena spezzata mentre agli altri i profitti.

“Il sindacato di base e indipendente da anni organizza e dà voce alle lotte perché la logistica diventi un settore fatto di lavoro buono, e non di ricatto e sfruttamento – hanno sottolineato i dirigenti dell’Usb – continueremo ad andare avanti per alimentare la  voglia di riscatto e favorire l’ emancipazione dei più deboli e degli sfruttati”.

L’estensione delle lotte e i primi risultati raggiunti ad Avellino sono il prodotto della capacità degli stessi lavoratori di pressare i sindacati e di trovare gli strumenti di lotta indispensabili da utilizzare in una fase molto particolare di scontro con la controparte imprenditoriale e le complicità presenti negli organismi di vigilanza istituzionali. Questi lavoratori hanno avuto un ruolo di protagonisti con i sindacati di base disponibili a appoggiarli come strumento della loro lotta. Per questo molti di loro hanno abbandonato i sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil ai quali erano iscritti in precedenza.

                                                                                                  Ciro Crescentini

 

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