Inaugurato stamattina il nuovo allestimento: reperti provenienti da Napoli, Pozzuoli, Baia, Cuma, Ercolano e Pompei e che fino al 1995 erano collocate nell’ex Sala degli Imperatori

NAPOLI – Una costruzione a cielo aperto per riportare alla luce tesori nascosti ingiustamente per circa vent’ anni. Con questa finalità è stato inaugurato nella mattinata di martedì 27 ottobre un nuovo allestimento all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, curato dalla Soprintendenza archeologica della Campania e finanziato dalla Fondazione Telecom Italia che, con il “Progetto Storage – I Beni Culturali Invisibili”, sta cooperando con il Mibact nella valorizzazione di alcuni importanti luoghi della cultura italiani.
Circa cento antichità provenienti da Napoli, Pozzuoli, Baia, Cuma, Ercolano e Pompei e che fino al 1995 erano collocate nell’ex Sala degli Imperatori (sottoposta ad interventi di manutenzione e restauro) sono state prelevate dagli angusti depositi e sistemate in una teca di vetro posizionata al centro del giardino del MANN. Nel ricco pregevole corpus, spiccano sicuramente diverse sculture marmoree (busti, statue acefale, bassorilievi) provenienti dalla collezione Farnese, già collocata permanentemente al pian terreno del museo, nonché testimonianze dall’area vesuviana come l’unico esempio di “capite velato” sinora ritrovato nella romana Herculaneum, il “Ragazzo con l’oca” dall’Insula Occidentalis di Pompei, una copia dall’antica Stabiae dell’Afrodite Sosandra, opera di V secolo a.C. dello scultore greco Kalamis. Ben rappresentata, altresì, la zona dei Campi Flegrei con il gruppo di Oreste ed Elettra dal Macellum di Puteoli, una replica dell’Eracle Glykon Farnese e gli acroliti di Giunone e Minerva dal Foro di Cuma. Non mancano poi manufatti giunti nei depositi in seguito ad operazioni d’acquisto, come un ritratto dell’imperatore Tiberio e una testa originale di Galata morente proveniente dall’ellenistico Altare di Pergamo ricostruito e conservato a Berlino.
In caso di avverse condizioni atmosferiche, i visitatori potranno ammirare l’intero contenuto della teca da una postazione presente nell’atrio del museo oppure attraverso una telecamera potranno eseguire ingrandimenti sulle singole opere.

Angelo Zito

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