Assistenza domiciliare, a Napoli in piazza gli operatori sull’orlo del licenziamento

Domani i lavoratori riuniti in assemblea permanente davanti Palazzo San Giacomo. Nel pomeriggio riunione al Modernissimo

Domani giornata di lotta dei lavoratori del Welfare di Napoli e della Campania. I 120 lavoratori che assistono al domicilio 2200 cittadini non autosufficienti si riuniranno in assemblea permanente davanti Palazzo San Giacomo. L’iniziativa è stata promossa contro le lettere di licenziamento notificato dalle cooperative Accoparlante, Gesco, Fisiomedical, Confini Core, Prodos. L’assemblea è sostenuta dalla Cgil, la Uil e l’Unione Sindacale di Base. Inizia una grande lotta politica, sociale e sindacale. Nel pomeriggio al cinema Modernissimo si riuniranno tutti gli operatori delle aziende sociali per confrontarsi e discutere sulla grave situazione determinatesi nella nostra Regione e gli effetti preoccupanti che si riflettono sui ceti sociali più indigenti e poveri. La manifestazione è stata organizzata da Gesco Sociale con l’adesione di Cgil, Cisl, Uil, Usb, Lega delle Cooperative, Unione Cooperative, Arci, l’associazione ‘Tutti a scuola’. Entrambe le azioni di lotta sono state attivate per contestare i tagli alla spesa sociale che stanno producendo danni rilevanti le persone indigenti. L’amministrazione comunale di Palazzo San Giacomo, per esempio, non ha stanziato risorse economiche sufficienti in bilancio per il servizio di assistenza domiciliare dovrebbe essere garantito dalla Napoli Servizi l’azienda partecipata multiservice di proprietà comunale.

 

 

Eppure, l’assistenza domiciliare è un servizio sociale essenziale. Prevede prestazioni di aiuto diretto alla persona tese a favorire l’autosufficienza giornaliere, aiuto infermieristico e igienico sanitario di semplice attuazione. Prevede prestazioni infermieristiche e riabilitative. Gli interventi, che fanno capo al comune di Napoli, sono di tipo sociale: cura della casa, acquisto di alimenti, preparazione dei pasti, disbrigo di piccole commissioni all’esterno. Il servizio è rivolto agli anziani fragili e non autonomi, pazienti in dimissione protetta da strutture sanitarie, disabili e ogni altro soggetto che presenti riduzione dell’autosufficienza a causa di condizioni patologiche, malattie cronico degenerative, patologie oncologiche o in fase terminale. Accedono al servizio le persone disabili in condizione di gravità oppure i soggetti portatori di disabilità medio gravi con scarsa capacità organizzativa nella gestione dell’ambiente domestico, in condizione di solitudine e di isolamento socio-psicologico. L’assistenza domiciliare è un servizio sociale essenziale che esiste a Napoli dagli anni ’90. Il servizio coinvolge in tutto 120 operatori socio assistenziali, più 10 assistenti sociali e 10 impiegati amministrativi impiegati negli sportelli dislocati su ogni municipalità. E’ una delle migliori esperienze di assistenza integrata per anziani e portatori di handicap. Un altro colpo ad un sistema di welfare locale già precario e alla centralità dei diritti delle persone più fragili della comunità partenopea. I servizi sociali del comune di Napoli rischiano di impoverirsi sempre di più. Una deriva pericolosa per le politiche sociali cittadine.

Ciro Crescentini

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