Traffico di clandestini in Campania, 8 arresti: capo del gruppo un jihadista – Video

In cambio di denaro, l’organizzazione predisponeva e faceva rilasciare da aziende tessili compiacenti, contratti di lavoro e buste paga fittizie in favore di immigrati magrebini, consentendo loro di ottenere il rilascio del permesso di soggiorno per motivi di lavoro

Promotore del gruppo criminale era un tunisino, contestualmente indagato dalla Procura distrettuale antiterrorismo di Napoli per associazione con finalità di terrorismo internazionale assieme ad altre persone in via di identificazione. Nelle province di Caserta e Napoli, i carabinieri del Ros hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di otto stranieri indagati per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al falso documentale. Al centro delle indagini del Ros un’organizzazione criminale che, in cambio di denaro, predisponeva e faceva rilasciare da aziende tessili compiacenti, contratti di lavoro e buste paga fittizie in favore di altri immigrati maghrebini, consentendo loro di ottenere il rilascio del permesso di soggiorno per motivi di lavoro, regolarizzando così la posizione sul territorio nazionale.

 

 

CHI E’ KHEMIRI, L’UOMO A CAPO DELL’ORGANIZZAZIONE – A guidare l’organizzazione sarebbe Mohamed Kamel Eddine Khemiri, tunisino di 41 anni, residente a San Marcellino in provincia di Caserta. Un post su Facebook ne delinea la personalità, secondo gli inquirenti. “Sono isissiano finché avrò vita. E se morirò vi esorto a farne parte”. E’ accusato dalla procura di Napoli di associazione con finalità di terrorismo o, in alternativa, di apologia del terrorismo. Ma sono state respinte dal gip due richieste di misura cautelare avanzate nei suoi confronti dal pool antiterrorismo. Oggi il pm Luigi Cannavale ha emesso a suo carico un avviso di conclusione delle indagini preliminari.

I magistrati gli contestano in particolare di aver avuto comportamenti finalizzati ”ad incoraggiare sentimenti di acceso antisemitismo ed antioccidentalismo attraverso pubblicazioni di scritti, filmati e fotografie sui social network. Il tunisino sarebbe stato dedito ad una propaganda a favore dell’Isis che si sostanziava ”nell’incitamento alla commissione di azioni armate – scrive la Procura – attraverso l’esaltazione di atti terroristici, l’enfatizzazione di scritti coranici strumentalmente distorti al fine di legittimare le stesse azioni”, nonché ”nella diffusione di documenti anche fotografici e filmati utilizzati col solo fine di rappresentare una irreale armonia regnante nelle realtà cadute sotto il dominio del Califfato”. Khemiri avrebbe svolto “un’attività di proselitismo in favore delle organizzazioni islamiste inducendo alla radicalizzazione religiosa alcuni immigrati di fede musulmana”. Di lui furono notate espressioni di esultanza per gli attentati a Charlie Hebdo e Copenhagen dell’anno scorso. Ma Khemiri era pronto anche ad azioni eclatanti? “La possibilità di colpire in Italia era prevista in termini concettuali” ma senza un preciso “riferimento geografico”, afferma il generale del Ros Giuseppe Governale nel corso della conferenza stampa convocata alla procura di Santa Maria Capua Vetere. “Il suo comportamento – aggiunge l’ufficiale – metteva in evidenza l’intenzione di svolgere anche attentati sul territorio nazionale. Khemiri non ha compiuto azioni concrete, ma dalle indagini è emersa la possibilità che potesse colpire. E’ un soggetto molto pericoloso, anche perché è un tipo intelligente che sapeva farsi ascoltare. E tra l’altro era il factotum della moschea di San Marcellino”. Il tunisino viveva nell’appartamento sopra il luogo di culto islamico. Sul suo profilo Facebook, poi chiuso, c’era la foto di una bandiera francese calpestata con un anfibio. Al computer si collegava spesso con siti legati all’Isis. Inoltre chattava con persone residenti all’estero, e non identificate, ma che secondo gli inquirenti potrebbero orbitare nella galassia del fondamentalismo.

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