Chiusura pronto soccorso, Procida contro la Regione: fiaccolata e sciopero generale

Drappi neri alle finestre per la decisione di sostituire il presidio con un punto di primo intervento con appena tre posti letto di cosiddetta “osservazione breve”. Lunedì l’astensione

“Per noi la battaglia è appena iniziata. Si parla di rimodulazione del presidio ospedaliero ma di fatto si tratta di una vera e propria soppressione del punto di pronto soccorso che si è rivelato in questi anni essenziale per salvare molte vite umane” . Dietro il burocratese si cela la paura dei procidani di veder chiuso il pronto soccorso. Una decisione che mobilita tutta l’isola, in testa il sindaco Raimondo Ambrosino. Il Comitato per la difesa dell’Ospedale di Procida, che in rete ha lanciato l’hashtag #lospedalenonsitocca, annuncia per questa sera. Il corteo partirà da Marina Grande per raggiungere il presidio sanitario in via De Gasperi. Lunedì è programmato lo sciopero generale dell’isola con l’eventuale blocco del porto commerciale di Marina.

 

Il clima si è fatto incandescente dopo l’approvazione del piano di programmazione della rete ospedaliera della Regione Campania, cprevede la soppressione del pronto soccorso attivo 24 ore e la sua sostituzione con un punto di primo intervento con appena tre posti letto di cosiddetta “osservazione breve”. “Il consigliere del Presidente alla sanità, dott. Enrico Coscioni – afferma il sindaco Ambrosino – ha fermato il suo sguardo solo su Capri, evidentemente l’unica isola che si intravede dal suo appartamento di Salerno. Ne chiediamo le dimissioni, per non aver saputo interpretare al meglio la disponibilità del Presidente De Luca a salvaguardare la sanità della nostra isola”. Il Comitato sottolinea che “Procida è un’isola di 10.500 residenti, 25.000 abitanti d’estate, con 250.000 sbarchi di ospiti nel corso dell’anno. La struttura sanitaria – sostengono i cittadini – che sinora ha garantito la gestione delle emergenze è gestita con la turnazione di medici specialisti provenienti dall’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. Questa organizzazione è stata ottenuta 30 anni fa dopo le richieste della comunità, sollecitate dalla morte traumatica di una giovane non adeguatamente soccorsa”. Ma ora tutto torna in discussione.

 

 

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