Bagnoli, fuochi d’artificio di Renzi: “Bonifica finita nel 2019, pronti 272 milioni”. Ma chi paga?

Il premier annuncia il progetto del governo. Non mostra incertezza su tempi e cifre, ma esita quando gli chiedono se Cementir e Fintecna saranno chiamati a contribuire alle opere di risanamento, come prevede l’ordinanza del Comune. Sull’area sequestrata dalla procura: “Chiederemo ai magistrati di togliere i sigilli”

La conclusione della bonifica “è prevista entro il 2019. Io avevo chiesto il 2018 però meglio essere prudenti e saggi. Per ripulire quest’area da anni di incuria ci sarà bisogno di un lavoro di 36 mesi”. Un Renzi più smargiasso che mai spara fuochi d’artificio nella prefettura di Napoli, al termine della riunione della cabina di regia per Bagnoli. In conferenza stampa presenta il progetto del governo per l’area commissariata, al centro di una guerra con il Comune che ha disertato anche stavolta l’incontro. “Invitiamo il Comune di oggi, quello di domani – dice il premier – e quello di dopodomani a sedersi al tavolo su Bagnoli come vogliono le regole democratiche. Noi non facciamo calcoli su chi vincerà le elezioni”. Naturalmente, l’auspicio di Palazzo Chigi è che da giugno a Palazzo San Giacomo non sieda più Luigi de Magistris. Ma il Renzi show è solo all’inizio. E’ una girandola di promesse, e ancora promesse. La sfida è molto ambiziosa e lui si gasa in queste occasioni.

 

Prima cosa: i soldi da investire nelle bonifiche. “Sono 162 milioni per i terreni, 48 per il litorale, 59 per il mare. Per un totale di 272 milioni di euro”. Alla domanda se però a pagare saranno anche i soggetti colpiti dall’ordinanza del Comune “chi inquina paga” – la Cementir di Caltagirone e la Fintecna di Cassa depositi e prestiti – sembra un attimo smarrito. “La gran parte di quei fondi sono pronti e quei soggetti saranno interessati”, risponde un po’ evasivo. Forse Palazzo Chigi vuole aspettare l’esito finale della battaglia legale in corso. Ma il consiglio di Stato ha già dato ragione al Comune contro Fintecna. Però quando scorrono le slide, Renzi mostra come sempre di aver studiato. “Azioni immediate di bonifica partiranno nel 2016, poi partirà la rigenerazione a gennaio 2017 e dalla fine del 2017 le infrastrutture”. Intanto, “Il 14 aprile si riunisce la conferenza dei servizi per l’esame del piano di bonifica di Bagnoli, che finirà il suo lavoro il 14 maggio”. Il premier ricade nell’incertezza quando si evoca la magistratura, altro terreno scivoloso. Accade quando gli chiedono del sequestro dell’ex area industriale intrisa di veleni, per cui è in corso un processo. “Chiederemo alla procura di essere autorizzati a bonificare Bagnoli. Nessuno si permette di valutare l’operato dei magistrati, chiederemo il dissequestro per ripulire l’area. Siamo fiduciosi – aggiunge Renzi – e ottimisti che sarà dato. Il 15 maggio, il giorno dopo la fine della conferenza dei servizi, il commissario Nastasi andrà a chiederlo”. Questi gli ostacoli. Ma Renzi se la cava meglio con gli slogan.

“La parola camorra  – giura – non deve entrare nel vocabolario della ripartenza di Bagnoli e assicuro che ciò non accadrà a nome del governo e della presidenza del Consiglio”. E inoltre: “La procedura sarà trasparente, verificabile costantemente su tutti gli strumenti di comunicazione, telematica e non, la gara sarà europea e la parola chiave è trasparenza con tempi certi”. Alla fine, nuova riunione con De Luca. De Magistris è sempre più lontano.

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