Ippodromo di Agnano, l’ora delle accuse: “Il governo decreta la fine dell’ippica”

Confermato il taglio al settore del 20% nella legge di stabilità. Per i 76 dipendenti c’è la disoccupazione del 1 gennaio. Il presidente della società di gestione dell’impianto: “Vogliono far morire le scommesse ippiche per favorire i giochi d’azzardo compulsivi e le loro lobby”

NAPOLI – Tutto confermato: il taglio letale al settore, nella legge di stabilità; il licenziamento di 76 dipendenti dal 1 gennaio. Una mattinata drammatica per il destino dell’ippodromo di Agnano e per l’intera ippica nazionale, giunta a un passo dal default.  Nella conferenza stampa al Tennis Club, risuona il dies irae. “Vogliono far morire le scommesse ippiche per favorire i giochi d’azzardo compulsivi e le loro lobby” grida Pier Luigi D’Angelo, presidente della Ippodromi Partenopei, che il 31 dicembre giunge alla scadenza del mandato di gestione temporanea. Dopo di allora, un bando già indetto dal Comune individuerà il nuovo gestore. “Ma non è detto che qualcuno partecipi” anticipa D’Angelo. Il canone di affitto dell’ippodromo resterà invariato, ma la scure sul 20% delle risorse potrebbe impedire a chiunque di farsi avanti. Per i lavoratori lo spettro della disoccupazione è dietro l’angolo. Per un pezzo di storia della città, la chiusura non è più un’ipotesi di scuola. Sullo sfondo, le accuse al governo: “Faccia qualcosa per evitare il taglio previsto dalla legge di stabilità”.

Gianmaria Roberti

 

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