Brunetta si dà alla viticoltura: “Mi ripaga delle amarezze” – L’angolo sticazzi

L’ex ministro si è indebitato fino ai capelli: cioè, tutto sommato, assai poco

“Sono da sempre un appassionato di vino. Sono andato ad abitare a Roma Sud, vicino al santuario del Divino Amore. Uno dei proprietari dell’azienda mi ha venduto un ettaro di terra. Subito dopo i suoi cugini mi hanno offerto 28 ettari abbandonati. Una passeggiata al tramonto, tra i filari, ripaga di tante fatiche e amarezze”. E siamo tutti sollevati dal sapere che Renato Brunetta recupera tra le sue vigne le immani fatiche parlamentari. L’ex ministro, intervistato dal Corriere della Sera, parla dell’esperienza di produttore di vino e della sortita al Vinitaly, in questi giorni più affollato di politici del Transatlantico. Per Brunetta, la passione per i vini val bene qualunque sacrificio. Arrivando a indebitarsi “fino ai capelli”: cioè, tutto sommato, assai poco.  “E’ un’azienda famigliare nell’agro romano – spiega Brunetta – ci lavorano i figli di mia moglie Titti. Sono in produzione 12 dei 25 ettari a vigneto. Centomila bottiglie. Il rosso è un uvaggio di Montepulciano e Cabernet Sauvignon, affinato anche in botti di rovere usate per l’Amarone. Fra due anni sarà pronta una bollicina, assieme ad altri 5 vini”. Perbacco! Però, l’avventura imprenditoriale non fa perdere all’ex ministro l’abituale modestia: il suo nome non compare. “Ho voluto tenermi defilato, non sono Bruno Vespa”. Ma magari, una volta tanto, è una fortuna.

 

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