La ripresa è una palla: cresce la povertà, precipita la Campania

Ricerca Istat: mai così tanti poveri assoluti, profondo rosso nel mezzogiorno

Vi hanno raccontato di un’Italia in ripresa? Era una palla. Nel paese crescono povertà assoluta e povertà relativa, indice nel quale la Campania precipita. Nel 2017, il dato campano peggiora di quasi 5 punti percentuali rispetto all’anno precedente, passando dal 19,5 al 24,4: la regione è terzultima. Numeri in linea con tutto il Mezzogiorno (dal 19,7 al 24,7), emersi dalla ricerca Istat su “La povertà in Italia”. La povertà assoluta colpisce 1 milione e 778.000 famiglie e 5 milioni e 58mila cittadini, dati entrambi in aumento rispetto al 2016. Si tratta di individui e nuclei familiari incapaci di disporre – o che dispongono con grande difficoltà – delle primarie risorse per il sostentamento. Non sono mai stati tanti dall’inizio delle serie storiche Istat, nel 2005. Sono naturalmente le famiglie del Sud le più numerose: 845.000, circa una su dieci: l’anno prima erano 699.000. Il meridione sta messo peggio anche quanto a povertà relativa, parametro che esprime le difficoltà economiche nella fruizione di beni e servizi in rapporto al livello economico medio di vita dell’ambiente o della nazione. A mostrare i valori più bassi sono, infatti, Valle d’Aosta (4,4%), Emilia-Romagna (4,6%), Trentino Alto Adige (4,9%), Lombardia (5,5%), Toscana (5,9%), Veneto (6,1%), Piemonte (6,8%), Friuli Venezia Giulia (6,9%), Trento (7,8%), Lazio (8,2%), Liguria (8,5%) e Marche (8,8%). La Calabria, discostandosi significativamente dalle altre regioni del Mezzogiorno (24,7%) e dalla media nazionale (12,3%), presenta il valore più elevato (35,3%), seguita da Sicilia (29,0%) e Campania (24,4%).

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