I dipendenti protestano con un necrologio dopo l’incontro di ieri al Mise, in cui l’esecuitivo ha benedetto la trattativa per la cessione dello stabilimento alla Jabil

MARCIANISE – La rabbia lascia quasi il posto all’incredulità. Con punte di amara ironia. Dopo il tavolo al Ministero per lo Sviluppo Economico, dove il governo ha benedetto la trattativa per la cessione dello stabilimento Ericsson di Marcianise alla multinazionale americana Jabil, i lavoratori affidano le loro riflessioni ad un manifesto funebre. Parlano di “morte dello stabilimento Ericsson Marcianise”. “Si ricorda  – riepilogano gli addetti – che verrà costituita una Società srl, con capitale sociale di 10.000 euro, senza alcun piano industriale suffragato da dati reali e concreti, ma solo chiacchiere e promesse”. Dietro l’angolo, il timore di essere gettati tra le braccia di una società in profonda crisi, nella quale è in atto una vertenza sugli esuberi. “Il Governo – affermano i lavoratori Ericsson – alla stregua di moderno ‘Ponzio Pilato’ se ne è lavato le mani ed ha ravvisato addirittura condizioni favorevoli, non si sa su quali prerogative”.

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