Oggi si è tenuto un presidio di lotta davanti al sito flegreo. Gli esponenti di Palazzo San Giacomo non mantengono gli impegni. Fumo con la manovella, un bluff il distacco presso altre azienda partecipate. Salta la vendita dell’albergo a Inail.
Tutto previsto, solo promesse, solo fumo con la manovella. L’amministrazione comunale di Napoli, il sindaco Gaetano Manfredi e l’assessore al turismo Teresa Armato non hanno mantenuto l’impegno di ricollocare i 19 lavoratori e lavoratrici delle Terme di Agnano. Non sono emersi, infatti, progetti credibili di rilancio dell’azienda e del sito flegreo. Oggi i lavoratori e le lavoratrici hanno promosso un presidio di lotta davanti ai cancelli aziendali annunciando altre iniziative nei prossimi giorni ad Agnano. “Il nostro posto di lavoro è qui ad Agnano, qui manifesteremo, non ci interessano inutili iniziative puramente mediatiche o di mera propaganda in piazza Municipio” – dicono i lavoratori
Da mesi sono stati diffusi comunicati stampa e verbali di accordo di mediazione che annunciavano ai quattro venti la ricollocazione e il pagamento degli stipendi arretrati. Accordi e verbali che si sono rivelati carta straccia. Aleatoria e fumosa anche la proposta di distaccare i lavoratori nelle aziende ABC e Napoli Servizi. Le aziende di proprietà comunali fino ad oggi non hanno presentato un piano programmatico per i distacchi.
Verbali e comunicati – redatti con la complicità di tutti i sindacati, nessuno escluso – presentati con l’unico scopo di portare una “pezza” in Tribunale per convincere il giudice ad autorizzare il concordato preventivo e azzerare ogni forma di conflitto con l’amministrazione comunale. Consociativismo sindacale puro. E non sortirà alcun effetto positivo la singolare video conferenza indetta in Prefettura per i prossimi giorni.
Saltata anche la trattativa per la vendita dell’albergo termale all’Inail che poteva portare risorse fresche in azienda. La corrispondenza epistolare tra l’azienda partecipata comunale e l’Istituto pubblico assicurativo è eloquente. La trattativa è stata definitivamente archiviata dall’Inail a Gennaio scorso perché non sono stati forniti alcuni documenti. Incredibile. Andrebbe fatta chiarezza sull’archiviazione della proposta di acquisto presentata dall’Inail nazionale. Chi ha ostacolato la trattativa? Perchè l’Inail ha ritirato la proposta? Sono arrivate pressioni? Da parte di chi? Stando ai soliti bene informati, anche l’albergo, altro bene comune, potrebbe essere ceduto, affittato, svenduto.
La corrispondenza Terme di Agnano e Inail
La vicenda è arrivata anche in consiglio regionale. La combattiva consigliera regionale indipendente Maria Muscarà ha presentato un’interrogazione al presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca.Tra l’altro, La Società “Terme di Agnano S.p.A. in liquidazione” è l’unica concessionaria per lo sfruttamento delle acque termali grazie alla concessione della Regione Campania.
La consigliera Muscarà ha interrogato il governatore su due questioni: quali sono i motivi per cui l’Asl ha sospeso le attività di erogazione dei servizi legati alle funzioni termali che potevano essere l’avvio di un nuovo inizio per le Terme di Agnano; se si ha intenzione di recuperare le funzioni e far ripartire le attività pubbliche.
La consigliera Muscarà si è soffermata soprattutto sulle attività pubbliche. “E’ opportuno ribadire che le Terme di Agnano è un bene di proprietà pubblica e va usato dalla collettività” – sottolinea Muscarà.
Muscarà lancia un siluro all’amministrazione Manfredi: “il pubblico lo regaliamo per valorizzarlo e buttiamo soldi in operazioni modello Venere degli Stracci”.
La decisione di presentare un’interrogazione consiliare è stata assunta a fronte di una situazione ambigua e anomale sul piano politico e aziendale.
Disastrose le scelte politiche e amministrative assunte dall’attuale governo cittadino guidato dal sindaco Gaetano Manfredi e dalle precedenti amministrazioni comunali di Luigi de Magistris. I reparti più produttivi delle Terme, piscine termali all’aperto, centro benessere e un parcheggio sono stati ceduti – grazie al trasferimento di un ramo aziendale – alla TDA Srl, società con un capitale sociale di 110 mila euro, soci Andrea Varriale (organizzatore di eventi) e Irene e Federica Vanacore figlie di Vincenzo Vanacore un organizzatore di eventi.
L’AREA PUBBLICA LASCIATA NEL DEGRADO
Nell’area affidata ai privati vengono organizzate serate ed eventi, bracerie, concerti, concertini con ingresso giornaliero a pagamento. Un vero e proprio giro di affari milionario. Irrisorio il canone annuo pagato dalla cordata imprenditoriale al Comune, circa 150 mila euro. E nell’area gestita dal privato, spesso, si tengono convegni ed eventi promossi dal Partito Democratico, il partito del sindaco Manfredi, il principale partito della maggioranza politica che sostiene l’attuale governo cittadino. Alcuni mesi fa si è tenuto un incontro con la parlamentare piddina Pina Picierno per festeggiare la sua rielezione nel Parlamento Europeo.
L’area pubblica ceduta al privato per un canone irrisorio di 150 mila euro annui
E non finisce qui. Addirittura l’assessorato al turismo del Comune di Napoli ha organizzato gli eventi della rassegna “Estate a Napoli” nell’area affittata ai privati mentre le strutture, l’albergo, le piscine dell’area pubblica, del Bene Comune Terme di Agnano, sono abbandonati e cadono a pezzi.
Evidentemente il destino delle Terme di Agnano sarebbe già segnato, definito: dopo il decreto di omologa del concordato, il bene comune potrebbe essere acquistato a “prezzi politici” dalla stessa cordata imprenditoriale che attualmente gestisce l’area cosiddetta benessere.
Un’operazione che potrebbe realizzarsi con il consenso politico, silenzio-assenso di buona parte dei consiglieri comunali, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni presenti sul territorio (compresi i cosiddetti circoli sociali antagonisti).
E’ francamente singolare che un’azienda partecipata comunale possa essere svenduta a piccole lobby locali nell’indifferenza degli esponenti istituzionali. Una vicenda ambigua che meriterebbe di essere attenzionata dalla Procura della Repubblica di Napoli e dalla Corte dei Conti.
Ciro Crescentini