Napoli, l’appello di de Magistris: “Lo Stato interrompa le stese”

Cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a Napoli. Il pg Riello: “Dobbiamo pensare anche, pur con tutte le cautele che la delicatezza della problematica impone, a sottrarre i minori alle famiglie in cui li si induce e insegna a delinquere, previa limitazione della potestà genitoriale”

L’appello non è nuovo, ma stavolta risuona nel salone dei busti di Castel Capuano, nello stanco rito della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. “Allo Stato bisogna chiedere di interrompere le stese” dice de Magistris. Un allarme mai cessato, quello per le sparatorie a scopo intimidatorio a Napoli. Il sindaco aggiunge: “”Da tantissimo tempo chiedo più mezzi, risorse umane e materiali al Governo centrale non fu sufficiente la risposta dell’Esercito, lo abbiamo detto un anno fa, nonostante le dichiarazioni roboanti dell’allora ministro dell’Interno. Noi stiamo dando il massimo sul piano della cultura e del sociale c’è una città in piena riscossa. Riscossa, però, di fronte alle stese e agli omicidi devono intervenire le forze dell’ordine ordinarie e la magistratura, che a Napoli fanno un compito eccellente, ma evidentemente vanno vanno anche rafforzate”.

 

IL PG RIELLO: “TOGLIERE I MINORI ALLE FAMIGLIE CHE DELINQUONO”- Farà discutere anche quanto affermato dal procuratore generale Luigi Riello, che di fronte al fenomeno dei baby boss ritiene fondamentale “il ruolo della scuola, ma dobbiamo pensare anche, pur con tutte le cautele che la delicatezza della problematica impone, a sottrarre i minori alle famiglie in cui li si induce e insegna a delinquere, previa – sostiene – limitazione della potestà genitoriale se padre e madre sono incapaci di lui indirizzare il figlio alle rispetto delle regole e a tutelarlo”. E di fronte alla polemica sull’omertà nelle indagini per l’omicidio del 17enne Genny Cesarano, avvenuto alla Sanità, aggiunge: “Non possiamo chiedere ai cittadini di collaborare se non assicuriamo loro sicurezza dalla barbarie del crimine, non solo quello organizzato. Non possiamo combattere solo i generali della criminalità, dobbiamo dissuadere anche i soldati in ascesa”. Le soluzioni di Riello per migliorare la giustizia sono in tre punti: “L’introduzione di nuove figure di reato, con la costruzione di nuove carceri all’altezza della funzione rieducativa e con la velocizzazione dei processi”.

 

IL PRESIDENTE DE CAROLIS: “RISCHIO PARALISI PER IL DISTRETTO” –   “Senza un consistente aumento della pianta organica, la Corte di appello non è in grado di svolgere tutti i compiti che le sono affidati dall’ordinamento”. È questo l’allarme lanciato dal presidente del distretto giudiziario partenopeo, Giuseppe De Carolis, nel corso della sua relazione. “La pianta organica del personale amministrativo della Corte d’appello – afferma l’alto magistrato – è attualmente assolutamente inadeguata rispetto ai numerosi compiti che è chiamata a svolgere perché, alle competenze amministrative svolte anche dagli altri uffici giudiziari, si aggiungono le competenze amministrative che sono proprie delle Corti d’appello e che fanno sì che circa il 40% del personale – ha aggiunto – sia sottratto all’attività propriamente giudiziaria”.

 

GLI AVVOCATI: “MOLTI UFFICI NON RIESCONO A FAR FRONTE ALLE RICHIESTE” – Specularmente all’allarme del presidente della corte d’appello, anche gli avvocati denunciano un’insufficiente risposta degli uffici del distretto alle richieste degli operatori. “Molti uffici, come il Tiap – afferma nel suo intervento il presidente dell’Ordine degli avvocati di Napoli, Armando Rossi – non riescono a far fronte alle richieste e c’è il rischio di paralisi del sistema”. Tra le doglianze, Rossi elenca il servizio di liquidazione del Tribunale che continua “ad essere una spina nel fianco”, il tribunale di Sorveglianza che “continua ad avere grandi difficoltà dovuta alla carenza del personale e agli enormi carichi pendenti”. Ci sono inoltre gravi ritardi “nella definizione di procedimenti per liberazione anticipata, spesso riconosciuta solo dopo l’espiazione dell’intera condanna”. Forti disagi anche al tribunale di Napoli Nord, dove al carico arretrato si sommano emergenze strutturali: “Mancano aule penali grandi e con videoconferenza per processi penali con camorristi”.

 

LE PROTESTE ALLA CERIMONIA – La cerimonia è ormai da anni segnata puntualmente dalle proteste delle varie categorie del comparto giustizia. E se per la prima volta si registra l’assenza dell’associazione nazionale magistrati, in polemica con il governo, c’è chi diserta a metà, allo scopo di manifestare il suo malcontento. E’ il caso  del personale amministrativo del Tribunale di Napoli.  Due addetti, durante il discorso del rappresentante del Ministero della Giustizia, si sono alzati e hanno mostrato un cartello con la scritta “La giustizia è morta”. I cancellieri protestano per “lo scandalo della mobilità selvaggia – spiegano – dopo l’innesto di barellieri della Croce Rossa, uomini della Forestale, della Camera di Commercio, dell’ente per il Turismo, senza tener contro della nostra professionalità, abbiamo deciso di disertare l’inaugurazione dell’anno giudiziario”.

(Foto @francescocananz/Twitter)

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