Napoli, il salario minimo di Manfredi è fumo con la manovella

Presidio di lotta di Potere al Popolo davanti alla sede del consiglio comunale

Il salario minimo che intende varare il Comune di Napoli sarebbe un bluff, una sorta di patacca. Tanta enfasi da parte del governo cittadino e di alcuni consiglieri comunali di maggioranza che hanno propagandato ai quattro venti un emendamento al DUP (Documento Unico di Programmazione) approvato a maggioranza dal Consiglio comunale.

Nel documento economico non c’è alcun passaggio in cui si vincolano le imprese e i fornitori che lavorano con il comune ad erogare ai lavoratori dipendenti un salario minimo di 9 euro.

L’unico passaggio del documento in cui si può leggere la cifra di 9euro l’ora è quello in cui si dice che nel Paese c’è stato un dibattito politico animato dalla proposta di “applicazione di un salario minimo di 9,00€ all’ora”, che però non ha portato ad “alcun serio risultato”.

Semplicemente l’emendamento approvato dal Consiglio si limita a chiedere che per appalti e concessioni venga inclusa una “clausola sociale con la quale il soggetto contraente dell’appalto o beneficiario della concessione o della autorizzazione, si impegna ad applicare, a pena di decadenza e/o risoluzione, il contratto collettivo, più attinente all’attività svolta, nazionale o territoriale vigente, stipulato con le organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative, con la corresponsione ai lavoratori impiegati per lo meno della retribuzione minima ivi prevista”.

Che significa? Che il Comune dovrebbe impegnarsi a fare rispettare i contratti collettivi nazionali firmati dalle organizzazioni sindacali e padronali maggiormente rappresentative. Un atto dovuto.  Condizione tra l’altro già prevista dall’articolo 11 del Codice Appalti e dall’articolo 36 della legge 20 maggio 1970(Statuto dei lavoratori).

Dunque, governo cittadino e alcuni consiglieri di maggioranza hanno prodotto fumo con la manovella. Propaganda elettorale.

Questa mattina a smascherare il bluff ci hanno pensato lavoratori, lavoratrici e militanti di Potere al Popolo con un presidio di lotta davanti alla sede del consiglio comunale.

Potere al Popolo, che ha già presentato una proposta di legge di iniziativa popolare per un salario minimo legale di 10 euro lordi l’ora, ha deciso di impegnarsi in questa raccolta firme in risposta all’emendamento al Dup, approvato durante l’ultima consiglio comunale – si spiega in una nota. Con la sua petizione si vuole chiedere al Comune di internalizzare i servizi dati in appalto, “perché le esternalizzazioni abbassano i salari e peggiorano le condizioni di lavoro, che le imprese appaltatrici applichino i contatti più vantaggiosi per i lavoratori, usando anche quelli previsti per categorie simili. Se nessun Contratto collettivo nazionale di lavoro prevede un salario minimo di 10 euro l’ora, si avvia una contrattazione sindacale per adeguare gli stipendi a questa cifra”. Infine “che questa misura sia estesa alle partecipate, alle concessionarie e a chi fa richiesta di occupazione di suolo pubblico, coinvolgendo così un’ampia platea di lavoratori”. Potere al Popolo proporrà la stessa petizione in altre 10 città.

CiCre

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest