Cittadinanza italiana in cambio di soldi, coinvolti calciatori di A. Arrestato impiegato del Comune di Brusciano

In due ai domiciliari, anche il titolare di un’agenzia di pratiche amministrative. Tra i giocatori brasiliani che hanno ottenuto i documenti attraverso le due persone arrestate ce ne sono alcuni che militano nel Monaco (League 1 francese), l’Atletico Mineiro (massimo campionato brasiliano) e nel Palermo (Serie A Italia)

Tra i calciatori brasiliani che hanno ottenuto la cittadinanza attraverso le due persone arrestate stamattina dai carabinieri, nel Napoletano, ci sono giocatori che militano nel Monaco (League 1 francese), l’Atletico Mineiro (massimo campionato brasiliano) e nel Palermo (Serie A Italia). Dietro compenso di denaro avrebbero consentito a circa 300 cittadini brasiliani, tra cui calciatori militanti nelle massime divisioni dei campionati italiano, francese e portoghese, di ottenere la cittadinanza italiana in virtù dello ius sanguinis, senza però avere i requisiti previsti dalla legge e aggirando i vincoli di tesseramento. I carabinieri di Castello di Cisterna hanno arrestato il responsabile dell’ufficio di Stato civile del Comune di Brusciano e il titolare di un’agenzia di pratiche amministrative. L’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti dei due indagati, eseguita stamattina dai carabinieri, è stata emessa dal gip del Tribunale di Nola su richiesta della locale Procura (procuratore aggiunto reggente Stefania Castaldi e sostituto procuratore Francescapaola Colonna). Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di corruzione, falsità ideologica e materiale commessa da Pubblico Ufficiale in atti pubblici e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ai domiciliari, il dipendente comunale Michele Di Maio, 57 anni, e l’italo-brasiliano Luis Sonda Vanderlei, 43 anni, titolare della “Interamna International”, un’agenzia di pratiche amministrative di Terni. Nel corso di una perquisizione, inoltre, Michele Di Maio è stato trovato in possesso di 23 marche, 21 delle quali sono risultate contraffatte e dello stesso tipo di quelle trovate sulla documentazione sequestrata. Di Maio però poteva anche non sapere che si trattava di valori bollati contraffati e, infatti, in merito a questa circostanza, non gli viene contestato alcun reato. Dalle indagini emerge che coloro che hanno ottenuto la cittadinanza italiana arrivavano in Italia il tempo strettamente necessario per il disbrigo delle formalità burocratiche, circa un paio di giorni, per poi fare rientro nei loro paesi di origine, prevalentemente il Brasile, dove attendevano il rilascio del certificato di cittadinanza.

 

I CALCIATORI COINVOLTI – Sedici i calciatori coinvolti, tutti brasiliani. Bruno Henrique Corsini (Palermo serie A); Gabriel Boschilia (Monaco Ligue 1 francese); Silva Eduardo Henrique (Atletico Mineiro Serie A Brasile); Colcenti Antunes Eduardo e Ferrareis Gustavo Henrique (Sporting Club Internacional Serie A Brasile); Dos Reis Lazaroni Guilherme Henrique (Red Bull serie B Brasile) e Vancan Daniel (Gil vicente FC Serie B Portogallo).

 

LEGALE DI COLCENTI E FERRAREIS: “DOCUMENTI AUTENTICI” – “La documentazione comprovante la cittadinanza italiana iure sanguinis risulta autentica e giuridicamente idonea a legittimare l’avvenuto riconoscimento del possesso di tale status. Respingiamo qualsivoglia tipo di accusa, fatta salva e riservata ogni e più ampia tutela dei signori Eduardo Sasha Colcenti Antunes e Gustavo Henrique Ferrareis nelle opportune sedi Giudiziarie”. Lo afferma in una nota l’avvocato Antonio Cattaneo sulle notizie relative all’inchiesta.

 

IL SINDACO DI BRUSCIANO: “IMPIEGATO RIMOSSO UN ANNO FA” –  Contattato dall’Ansa il sindaco di Brusciano, Giuseppe Romano, spiega che “il giorno dopo l’arrivo dei carabinieri in Comune, nel luglio del 2016, ho provveduto personalmente all’immediata sospensione dell’impiegato. Ho rimosso il responsabile e tutti gli altri impiegati, assegnandoli ad altre mansioni”. “Contestualmente da quel giorno – aggiunge il primo cittadino – ho anche avviato un’indagine interna analizzando tutte le pratiche sottoposte all’ufficio anagrafe nel periodo in cui la persona arrestata vi ha lavorato”.

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