Appalti Asl Benevento, assolti De Girolamo e altri 7

Per il tribunale sannita non esisteva la presunta cupola per gestire gare e consulenze nell’azienda sanitaria. L’ex ministro: “Ho perso 7 anni di serenità”

“Il fatto non sussiste”. Con questa formula il tribunale di Benevento ha assolto Nunzia De Girolamo – ex ministro dell’Agricoltura ed ex parlamentare di Forza Italia e Nuovo Centrodestra – insieme ad altri 7 imputati, nel processo su appalti e consulenze esterne dell’Asl sannita. La sentenza è stata pronunciata dopo tre ore di camera di consiglio, dal collegio presieduto da Daniela Fallarino, giudici a latere Simonetta Rotili e Francesca Telaro. La Procura di Benevento accusava De Girolamo di associazione per delinquere, concussione e utilità per ottenere il voto elettorale. Per lei il pm Assunta Tillo aveva chiesto 8 anni e 3 mesi di reclusione. Secondo i pubblici ministeri, l’ex ministro avrebbe fatto parte di un “direttorio” in grado di condizionare le scelte della Asl su nomine e appalti per raccogliere consenso. L’inchiesta presentava un intrigo da spy story, per via delle registrazioni effettuate da uno degli imputati, l’ex direttore amministrativo dell’Asl, Felice Pisapia. Quelle conversazioni furono captate di nascosto, nel corso di due incontri in casa del padre di Nunzia De Girolamo, all’epoca non ancora ministro. Vertici ai quali partecipò la parlamentare, allora coordinatore provinciale del Pdl. Oltre a De Girolamo sono stati assolti gli ex collaboratori Luigi Barone e Giacomo Papa (per entrambi erano stati chiesti 6 anni e 9 mesi), l’ex direttore dell’Asl Michele Rossi (anche per lui la richiesta era 6 anni e 9 mesi), l’ex direttore amministrativo Felice Pisapia (la richiesta era 3 anni e 4 mesi), l’ex direttore sanitario Gelsomino Ventucci (richiesta 2 anni e 3 mesi), l’ex responsabile del budgeting Arnaldo Falato (richiesta 2 anni e 8 mesi) e il sindaco di Airola Michele Napoletano, per il quale la Procura aveva chiesto l’assoluzione. “Oggi ha vinto la giustizia – dichiara De Girolamo all’AdnKronos-, io ho solo perso 7 anni di serenità. Mi sono dimessa da ministro, pur non essendo indagata, per difendere la mia dignità. L’ho fatto sempre nel processo e non dal processo. Oggi le tre donne del Collegio mi restituiscono fiducia e voglia di continuare a combattere per le cose giuste”.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest