Napoli, mense scolastiche: il Comune tartassa le famiglie povere e “tutela” le ricche

 

Aumenti dal 26 al 33 per cento 

Il Comune di Napoli ha deciso di rivedere le tariffe della refezione scolastica, aumentando i prezzi solo per le famiglie povere con fasce Isee basse senza toccare minimamente quelle in fascia reddituale elevata. Lo prevede la delibera numero 134 approvata il 23 marzo scorso dalla giunta guidata da Luigi de Magistris che sarà proposta nella riunione del consiglio comunale fissata per domani. Un blitz pasquale. Alzate le soglie, ridotte le fasce reddituali da 8 a 6 e si tartassano le famiglie povere. La tariffa a pasto per le fasce Isee da 0 a 2500 euro aumenterà del 33%; da 2500,01 a 6000 del 30%; da 6000,01 a 9000 del 30%; da 9000,01 a 13000 del 28%; da 13000,01 a 18000 del 26%; da 18000,01 a 26000 del 26%; oltre 26000 mila euro nessuno aumento.  Altro che “rivoluzione partenopea”. L’ente di piazza Municipio ha deciso di far pagare la crisi ai ceti popolari salvaguardando le famiglie ricche. Una scelta politica e amministrativa  avallata  dalla stragrande maggioranza dei consiglieri comunale della “vecchia e nuova sinistra” che dovrebbero  rappresentare gli interessi dei ceti sociali indigenti. Tacciono i consiglieri dell’opposizione di centro destra. Tacciono i due consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle. Tacciono i rappresentanti delle associazioni sociali. Solo i consiglieri Luigi Felaco e Laura Bismuto hanno assunto una posizione critica annunciando la presentazione in consiglio di due ordini del giorno, uno per le tariffe degli asili nido e l’altro per le tariffe della refezione scolastica, per chiedere – a parità di gettito complessivo –l’istituzione di una fascia di esenzione totale per i redditi più bassi e una rimodulazione delle tariffe per le altre fasce. Bismuto ha inoltre evidenziato l’opportunità di avviare uno studio sui cattivi pagatori, per avere un quadro chiaro delle loro caratteristiche e delle misure più idonee da mettere in campo. “Gli ordini del giorno sono documenti simbolici, anche se vengono approvati all’unanimità o a maggioranza si rivelano puntualmente carta straccia – commenta un impiegato comunale – Solo le mozioni di accompagnamento possono vincolare, impegnare l’amministrazione a modificare le scelte politiche e amministrative.   

                                                                                                                                            Ciro Crescentini

 

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