
A chi ha coraggio di esporsi, di morire per difendere cause giuste dobbiamo solo dire grazie e abbassare la testa.
Lorenzo Orsetti è morto combattendo. E’ morto da partigiano internazionalista per difendere i diritti e la causa del popolo curdo. Essere internazionalisti significa andare a lottare, con ogni mezzo, dove la propria causa ha più bisogno di essere difesa. Lorenzo è morto in Kurdistan, un luogo dove si combatte il criminale fondamentalismo dell’ISIS per costruire una nuova società egualitaria, femminista, ecologista. Una società più giusta e solidale. Una società senza sfruttati e sfruttatori.
A chi ha il coraggio di esporsi, di morire per realizzare propri ideali dobbiamo solo dire grazie e abbassare la testa. Lorenzo Orsetti era un vero rivoluzionario. Un rivoluzionario che ha combattuto senza ipocrisie, slogan o proclami. Un rivoluzionario che ha combattuto con l’azione quotidiana. Lo ricordiamo con un suo bellissimo e significativo messaggio. Un messaggio di partigiano. Ciao “Orso”
Mi chiamo Lorenzo, ho 32 anni, sono nato e cresciuto a Firenze. Ho lavorato per 13 anni nell’alta ristorazione: ho fatto il cameriere, il sommelier, il cuoco. Mi sono avvicinato alla causa curda perché mi convincevano gli ideali che la ispirano, vogliono costruire una società più giusta più equa. L’emancipazione della donna, la cooperazione sociale, l’ecologia sociale e, naturalmente, la democrazia. Per questi ideali sarei stato pronto a combattere anche altrove, in altri contesti. Poi è scoppiato il caos a Afrin e ho deciso di venire qui per aiutare la popolazione civile a difendersi”.