Secondo la ricostruzione, i due studenti americani sono stati beffati da un pusher, che gli ha venduto un’aspirina invece di droga. Quindi i giovani gli hanno scippato il borsello, contenente un cellulare, accordandosi per la restituzione in cambio dei soldi pagati. Il pusher ha però allertato i carabinieri, arrivati all’orario concordato. Mario Cerciello Rega ferito a morte nella colluttazione scoppiata sul posto con gli statunitensi
Erano in cerca di droga a Trastevere, ma la sostanza acquistata era semplice aspirina. Così hanno rubato la borsa del pusher, nel tentativo di recuperare i soldi. Confessa uno dei due giovani americani fermati per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega (nella foto). Lo studente ha ammesso le proprie responsabilità e spiegato il movente del furto, alla base dell’intervento dei carabinieri. Il ragazzo ha affermato di essere lui l’autore materiale dell’accoltellamento. Si tratta della persona con le meches, apparsa in una foto e ripresa da alcune telecamere. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti i due statunitensi si erano recati a Trastevere per acquistare sostanze stupefacenti. Dopo essersi resi conto di essere stati ingannati, hanno strappato la borsa allo spacciatore, contenente il suo telefono cellulare. L’uomo ha quindi contattato i due chiamando il suo numero di telefono per avere indietro la borsa. Il pusher avrebbe poi chiamato il 112 per comunicare lo scippo subito, e il successivo accordo per la restituzione della borsa. All’orario stabilito, i due carabinieri in borghese sono andati in via Pietro Cossa. Sul posto hanno incontrato i due studenti, con i quali è scoppiata una violenta colluttazione. In quel frangente il vicebrigadiere è stato colpito con otto coltellate, risultate letali.