Terra dei fuochi, per la Regione i bambini si ammalano e muoiono come nel resto d’Italia

Diffusi i dati del Registro tumori infantili curato dall’ospedale Santobono

In Campania, anche nella Terra dei fuochi, i bambini si ammalano e muoiono di tumore come nel resto d’Italia. I risultati, che già fanno discutere, sono diffusi dal Registro tumori infantili curato dall’ospedale Santobono. L’analisi dell’incidenza oncologica della popolazione infantile nella zona della Terra dei Fuochi “ha evidenziato tassi d’incidenza – si legge nel report – in linea con i dati nazionali e con il resto dei Comuni Campani non inclusi nell’area”. “Anche i dati di mortalità per causa oncologica – aggiunge la relazione – non hanno evidenziato differenze significative rispetto ai dati nazionali e regionali”.  I dati si riferiscono al quinquennio 2008-2012 e emergono dalle analisi condotte nei 90 Comuni riconosciuti dalle direttive ministeriali come facente parte della Terra dei Fuochi. In poche parole: una negazione del “biocidio”. Il messaggio che parte da Palazzo Santa Lucia è “di serenità ai cittadini e alle famiglie”, dice il governatore Vincenzo De Luca alla presentazione dello studio a Napoli. Insomma: troncare e sopire ogni narrazione sui traffici di veleni e l’assedio dei roghi tossici. Il legame con il picco di neoplasie? “Gossip”. “Sulla Terra dei Fuochi- afferma De Luca – non c’è nessuno scostamento statistico rispetto a dati nazionali e al resto della Campania, spero che i mezzi d’informazione diano a questo almeno la metà dello spazio che dedicano al gossip”.

 

 

Le stime di incidenza oncologica in Campania “si allineano a quelle dei Paesi del Sud Europa – spiegano i ricercatori – che nel panorama internazionale risultano essere le più elevate. Rispetto alle principali classi di diagnosi, in entrambe le fasce d’età, non sono stati osservati scostamenti significativi rispetto al dato nazionale”. Una sola eccezione: “Quanto osservato nei tumori epiteliali maligni degli adolescenti. Questa classe diagnostica, costituita per la maggior parte dai tumori della tiroide (circa 22 nuove diagnosi l’anno), ha infatti mostrato un eccesso d’incidenza statisticamente significativo. A carico dei tumori della tiroide che sono risultati la principale causa di tale eccesso (7 casi in più all’anno, rispetto all’atteso) non si sono osservate differenze significative nella distribuzione territoriale (analisi per provincia). Questi tumori che presentano, in questa fascia di età una buona prognosi – prosegue la relazione – hanno mostrato nelle ultime decadi, a livello internazionale, un trend in forte aumento. Tale fenomeno, che in Campania non ha fatto registrare alcun decesso nei cinque anni di osservazione, è attualmente oggetto di specifico approfondimento”. Stessa musica per la mortalità.

 

 

“Per le principali cause di morte oncologica e globalmente per tutti i tumori maligni – sostiene lo studio – non ha mostrato differenze significative rispetto al dato nazionale, né nei bambini né negli adolescenti. Da un’analisi geografica, non sono state rilevate differenze significative della media regionale in tutte le cinque Province della Regione”. Il report afferma addirittura che nella fascia 0-19 la Campania è al di sotto del tasso di mortalità nazionale. Il maggior numero di casi, nella fascia 0-14, si registra a Napoli: 444 (tasso di incidenza 165); seguono Caserta con 138 (179); Salerno 128 (153); Avellino 51 (169); Benevento 25 (128). Nella fascia 15-19: Napoli 288 (286); Salerno 102 (307); Caserta 86 (294); Avellino 37 (294) Benevento 25 (299). I medici hanno monitorato una popolazione di 1,2 milioni di ragazzi.  Ai dati della Regione replicano le mamme della Terra dei fuochi. “Lavoriamo costantemente negli ospedali, compresi il Santobono e il Pausyllipon che hanno effettuato gli studi – dichiara Marzia Caccioppoli dell’associazione “Noi genitori di tutti” – basta stare in quei luoghi per capire che la negazione del fenomeno è crudele e falsa. Da dicembre ad oggi sono morti tredici bambini. Mio figlio ci ha lasciato a causa di una malattia che viene normalmente contratta per prolungata esposizione ad agenti chimici da industria, come i solventi”. Le associazioni promettono di ritornare in piazza.

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