Regione, la frusta del Difensore Civico sulle nomine: “Basta raccomandati”

La relazione – non ancora pubblicata – di Giuseppe Fortunato, in carica dopo lunga battaglia giudiziaria. L’accusa: anche dopo il suo caso, l’istituzione regionale non segue il metodo comparativo, ma persegue logiche clientelari. Tra gli esempi, l’elezione del Garante dei disabili, annullata dal Consiglio di Stato, e la procedura per il direttore Eav

Nomine della Regione Campania, arrivano le frustate del Difensore Civico. Nella sua prima relazione annuale, Giuseppe Fortunato punta il dito contro l’istituzione regionale, accusata di perseguire un metodo clientelare negli incarichi. Una prassi di cui egli stesso è vittima, avendo conseguito la nomina dopo una battaglia legale di 6 anni. Un’odissea giudiziaria riassunta nella relazione, inviata a marzo alla redazione del Burc, ma non ancora pubblicata.

 

L’ARBITRIO NELLE NOMINE. Fortunato ripercorre le tappe della propria vicenda, conclusa il 14 luglio 2018. Una data accostata – con facile ironia – alla presa della Bastiglia. In precedenza, le tappe dello scontro con la “logica arbitraria, illegale e prepotente” nelle nomine del Difensore Civico. Un metodo ascritto tanto al centrodestra quanto al centrosinistra, nelle rispettive stagioni di governo. Ma è solo il punto di partenza, per sostenere come nulla sia cambiato alla Regione. “Credete Voi, lettori a qualunque titolo di questa relazione – scrive -, che la Regione Campania abbia ora capito che il buon andamento e l’imparzialità della pubblica amministrazione, previsti nell’art. 97 Cost., comportino che la discrezionalità di tali nomine, per non sconfinare nell’arbitrio, deve essere fondata comparativamente? Nient’affatto”. Il Difensore Civico spiega che “la Regione Campania (così come tante pubbliche amministrazioni) procede sempre con la medesima tracotanza, non esplicitando — innanzitutto ai Cittadini prima ancora che ai concorrenti — la ragione comparativa delle proprie scelte”. Secondo Fortunato, dunque, gli incarichi non vengono conferiti comparando le candidature. Cioè, valutando curriculum e titoli degli aspiranti nominati, e motivando le scelte. Un inutile fastidio, insomma, visto che gli incarichi soggiacerebbero ad altre logiche. “Prevale, pertanto – afferma la relazione-, una diffusa sensazione — ragionevole, ben comprensibile e sostanzialmente fondata — che è inutile per persone capaci e non legate a ‘carri imperanti’ offrire le proprie competenze ed esperienze per il bene comune, tanto ‘i giochi sono già fatti'”. Tra gli esempi, c’è il caso del Garante campano dei Disabili. “Dopo l’annullamento di nomina arbitraria e non comparativa dal Tar Campania-Napoli (di Giuseppe Bove,ndr), la Regione Campania- riepiloga Fortunato- ha impugnato la nomina al Consiglio di Stato che ha appena pronunciato un’ulteriore chiara sentenza, evidenziando ancora come si devono effettuare tali nomine”.

 

E in effetti, nella decisione dello scorso di febbraio, i giudici di Palazzo Spada fanno a pezzi la nomina di Bove, eletto dal consiglio regionale (33 voti) a giugno 2018. La deliberazione è cancellata per “eccesso di potere per arbitrarietà, macroscopica illogicità, errato presupposto, violazione delle leggi regionali 25/2017 e 17/1996; per difetto di motivazione; per eccesso di potere per difetto di istruttoria; eccesso di potere per mancata predeterminazione di autolimiti”. Anche sulla base della pronuncia, Il Difensore Civico auspica un’inversione di rotta, “non continuando a calpestare e mortificare ogni professionalità”. Infatti, “in tanti casi valide energie professionali — che ben potrebbero concorrere all’interesse pubblico — rinunciano o a proporsi (per non essere mortificati dai soliti) oppure, una volta sconfitti dai soliti, non sono disponibili a percorrere una girandola di ricorsi”. In poche parole, per Fortunato “il futuro del funzionamento dei pubblici servizi e di ogni istituto pubblico è molto correlato al fatto che le scelte dei nominati siano affidate ai più competenti e non ai più raccomandati”.

 

IL CASO DE GREGORIO ALL’EAV. Nella relazione, il nodo degli incarichi tocca anche le partecipate. Il Difensore Civico evoca il caso Eav, l’holding regionale dei trasporti. “Torno ancora sul tema delle buone nomine contro ogni arbitrio – dice Fortunato – perché la questione non riguarda solo la Regione Campania. In questi anni sono cambiati in tante amministrazioni musicanti ma mai la musica clientelare. Ora deve cambiare la musica. Anche nell’Ente Autonomo Voltumo, dove il Direttore (il presidente Umberto de Gregorio, ndr) è stato nominato senza avviso e senza comparazione. E anche negli Uffici Stampa dei Comuni”.

 

DIFESA CIVICA TROPPO ESIGUA. Fortunato sottolinea pure i limiti dell’incarico che ricopre, il cui compito è tutelare il cittadino, anche mediando con la pubblica amministrazione. “In Campania il Difensore Civico è solo.- denuncia- Soppressi i Difensori Civici comunali dal legislatore nazionale, anche le Province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno hanno deciso (male!) di non inserire tale figura nel loro Statuto”. Se le derelitte province sono in difetto, qualcosa si muove alla Città metropolitana: ma solo per iniziativa del Difensore Civico. “Per quanto riguarda la Città metropolitana di Napoli (ove il Difensore Civico metropolitano era previsto nello Statuto ma mancava da quattro anni) – aggiunge – l’invito del Difensore Civico campano ha prodotto un avviso pubblico (“per scongiurare l’intervento sostitutivo del Difensore Civico campano”, come riportato negli atti metropolitani) ma la Città metropolitana di Napoli indugiava e rinviava la nomina, cosicché è stato necessario l’intervento sostitutivo per la nomina del Difensore Civico, sulla base di una stretta comparazione dei curricula dei candidati”. Fortunato ricorda che “una norma non può restare inattuata e una sentenza del Consiglio di Stato del 2006 si è precisamente pronunciata sul potere di intervento del Difensore Civico regionale, mancando il dovuto Difensore Civico locale”. La nomina del Difensore Civico della Città metropolitana di Napoli, quindi, “è una prima risposta concreta al deficit di Difesa Civica in Campania”.

Gianmaria Roberti

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