Cattura Marco Di Lauro, il giallo del legame con il femminicidio di Melito

Il questore De Iesu: Dopo l’omicidio della donna “Inusuale fibrillazione sulle attività tecniche”. Il marito, accusato dell’uxoricidio, è Salvatore Tamburrino, ritenuto vicino al clan

Sangue chiama sangue, nella cattura di Marco Di Lauro. “Oggi c’è stata una inusuale fibrillazione sulle attività tecniche. Vi posso dire solo questo”. Con gergo burocratico, il questore Antonio De Iesu risponde ai cronisti, nella conferenza stampa in questura, per l’arresto del superlatitante. Accanto a lui i comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza, Del Monaco e D’Alfonso, ma le voci si rincorrono dal primo pomeriggio. C’è un filo rosso tra l’omicidio di una donna a Melito di Napoli, cintura nord del capoluogo, e l’operazione Di Lauro. De Iesu non smentisce, ma neanche può confermare. Eppure, l’ipotesi gira da un po’, la lancia il sito internapoli.it. E iniziano a incasellarsi i destini di Di Lauro e dell’incensurata Norina Matuozzo, 33 anni e due figli. Stamane la donna viene freddata in casa dei genitori, a colpi di pistola. I carabinieri, allertati da una telefonata, piombano sulla scena del delitto. E convergono presto su un sospettato: il marito Salvatore Tamburrino, un ex sorvegliato speciale, considerato vicino ai Di Lauro. Ma la puzza di camorra non si respira subito in questa storia: l’omicidio è ritenuto a sfondo passionale, la vittima forse voleva separarsi dal marito. E il piombo avrebbe archiviato un’accesa lite, nel peggiore dei modi. A dipanare la matassa, però, arriva l’imprevisto. In breve Tamburrino, tramite il suo legale, preannuncia di volersi presentare alla polizia. L’uomo è preso in consegna dalla squadra mobile. Sarebbe questo l’attimo in cui cambia il copione di Gomorra, stracciando un capitolo lungo 14 anni, quanto la leggendaria caccia al boss. Cambia nella maniera più improbabile. Il codice criptico del questore alluderebbe alle intercettazioni. Un ascolto puntato sul cerchio magico del latitante. Il sismografo degli investigatori avrebbe subito un’improvvisa impennata, carpendo i dialoghi di alcuni affiliati. Le antenne del clan in pieno cortocircuito, dopo l’ingresso di Tamburrino in questura, al fondo di un vortice di follia. Un’accelerazione investigativa, forse, perché l’area del covo era già monitorata. Una tessera mancante, nel mosaico dell’indagine, in atto da tempo. I retroscena non trovano, sinora, il timbro dell’ufficialità. Ma il sangue di un’innocente potrebbe aver chiuso una scia infinita, aperta dalla faida di Scampia 16 anni fa.

girobe

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest