Autista Anm “processata” per post su Ramaglia, occupata per protesta la stanza dell’amministratore

L’iniziativa del capogruppo consiliare e della consigliera comunale di Dema, Rosario Andreozzi, Eleonora de Majo e del coordinatore della Rete e Soccorso per i diritti, Ciro Crescentini: chiesta la revoca della contestazione

Dilaga la protesta per il procedimento disciplinare a carico di Maria Piacevole, l’autista dell’Anm che ha attaccato su Facebook l’amministratore unico Alberto Ramaglia. La stanza di Ramaglia è stata occupata dal capogruppo consiliare e dalla consigliera comunale di Dema, Rosario Andreozzi, Eleonora de Majo e dal coordinatore della Rete e Soccorso per i diritti, Ciro Crescentini. I tre avevano incontrato il capo delle relazioni sindacali della partecipata dei trasporti del Comune di Napoli, per chiedere la revoca della contestazione. Di fronte al diniego del dirigente, che ha anche chiamato la polizia, la decisione di occupare l’ufficio dell’amministratore. Successivamente Ramaglia ha comunicato che domani incontrerà i tre dimostranti, i quali “auspicano il ritiro della contestazione, anche per stemperare la tensione”. Sotto la sede dell’Anm c’è intanto il presidio dei dipendenti contro il provvedimento, a cui è presente la consigliera regionale Maria Muscarà (M5S).

 

DE MAJO E ANDREOZZI: “VICENDA FARSESCA, STOP ALLO SPIONAGGIO” – Sulla vicenda i consiglieri de Majo e Andreozzi rilasciano una dichiarazione. “Stamane dopo aver partecipato al Presidio per la lavoratrice contestata dalla dirigenza Anm per un post su Facebook abbiamo chiesto, insieme con la rete solidarietà e diritti, un incontro ai responsabili delle relazioni industriali e della disciplina. Gli abbiamo chiesto di ritirare immediatamente l’ingiusto provvedimento dietro il quale crediamo si nasconda – affermano – un accanimento personale da parte della dirigenza aziendale perché si tratta di una lavoratrice molto attiva nella contestazione dei superminimi e dei privilegi dei quadri e dei dirigenti di una azienda in estrema difficoltà. I due funzionari ( nonostante uno dei due fosse di fatto firmatario del provvedimento) ci hanno detto di non avere mandato sulla vicenda e che avremmo dovuto parlare direttamente con l’amministratore ( uscente ) che non era in azienda. Cosa francamente assai strana. Così siamo andati nell’ufficio di Ramaglia ( dal quarto al secondo piano) in attesa di poter parlare con l’unico che aveva a quanto pare il mandato della decisione”.” La vicenda già di per se surreale – prosegue la nota – è diventata farsesca quando il responsabile delle relazioni industriali ha ritenuto necessario chiamare la polizia che si è presa le nostre generalità. Motivazione ? L'”occupazione” da parte di due consiglieri comunali di maggioranza dell’ufficio dell’ amministratore unico, in attesa di una risposta su una vicenda che riteniamo gravissima. Domattina incontreremo l’amministratore di Anm e gli ribadiremo che non esiste mediazione al ritiro della contestazione disciplinare. Ciò che le lavoratrici e i lavoratori scrivono su Facebook non può essere oggetto di spionaggio o di accanimento. I vertici di Anm, invece di applicare uno dei più odioso articoli del Jobs act, pensassero ai loro innumerevoli fallimenti invece che a punire chi ha il coraggio di denunciare i privilegi di pochi garantiti!”.

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