Iginia, la lavoratrice licenziata dalla Cgil lancia un nuovo appello a Landini

Continua a tacere il responsabile nazionale di categoria, Alessandro Genovesi

Iginia Roberti, la dipendente della Fillea Cgil, il sindacato degli edili della Cgil di Taranto, licenziata senza giustificato motivo, buttata sul lastrico dopo 35 anni di lavoro, ha lanciato un nuovo appello dai microfoni di  Jo TV al segretario generale della Cgil nazionale, Maurizio Landini per richiedere un suo autorevole intervento per dirimere la vertenza(Guarda il video).


Una vicenda assurda che coinvolge un sindacato che dovrebbe dare un esempio nella difesa dei diritti individuali e collettivi. La Fillea Cgil, invece, ha deciso di avvalersi delle procedure previste dal Jobs Act, la legge approvata dal governo Renzi,  formalmente e apparentemente criticata. Laconica la lettera di licenziamento firmato dal segretario generale dell’organizzazione sindacale tarantina. “In conseguenza della crisi economica che ha colpito, tra gli altri, anche il nostro settore di riferimento, con conseguente calo degli iscritti e dei relativi contributi sindacali, per cui si è reso necessario procedere alla riorganizzazione lavorativa interna e all’ ineludibile contenimento dei costi, con conseguente esubero di personale dipendente”. Iginia veniva licenziata “per motivi di criticità finanziaria” e invitata perentoriamente a restituire le chiavi del suo ufficio entro 24 ore. Un comportamento tipico assunto in genere dai padroni delle ferriere.  L’unico lavoro di Iginia, il lavoro di impiegata della Fillea. Iginia non ha altro lavoro. Difficilmente un datore di lavoro deciderà  di assumere una persona che per 35 anni ha prestato la sua attività in Cgil. Iginia è  una donna separata, un figlio 21enne,  un fratello disabile, una madre gravemente malata affetta dal morbo di Alzheimer.

Sulla vicenda, nonostante i continui solleciti, il segretario nazionale   della Fillea, Alessandro Genovesi(nella foto) continua a mostrarsi indifferente. Un esponente sindacale che puntualmente si esibisce sui social media nel dare lezioni sull’etica, la morale. Spesso  pubblica vignette e striscioni, ironizzando sugli avversari politici. Ironia che a quanto pare non raccoglie molti sorrisi.  Genovesi tace sul licenziamento, l’atto vessatorio subìto dalla dipendente della Fillea di Taranto e continua  a tacere sugli atti vessatori che si compiono in altri territori che vedono come protagonisti altri dirigenti locali della Fillea e rappresentanti della Fillea presenti negli organismi di gestione degli enti bilaterali. Solita doppia morale. Solito muro. Solita ipocrisia. Solita saccenteria. Un esponente  sindacale nazionale dovrebbe attivare ispezioni sui territori, ascoltare “più campane”, non limitarsi alle apparenze.  Purtroppo, soggetti indipendenti, liberi e pensanti si contano sulle dita di una mano. Questo è il Tempo dei cosiddetti Yesman.

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