Sanità Campania, burocrazia stile bradipo: per colpa sua ognuno perde 25 giorni lavorativi l’anno

I numeri delle associazioni consumatori. Tempi d’attesa insostenibili anche per una visita. Molte aziende costrette ad attendere oltre 1300 giorni in media prima di vedersi saldare la fattura

Il livello di burocrazia in sanità in Campania  è arrivato a livelli mai visti.  Un cittadino campano perde mediamente 210 ore ogni anno (25 giorni lavorativi) per colpa della burocrazia sanitaria. Un’azienda ospedaliera o sanitaria liquida una fattura ad un fornitore in media dopo 1300 giorni lavorativi trascorrere. E’ quanto sostengono le principali associazioni degli utenti e dei consumatori. Una burocrazia spicciola per carenze o cattiva volontà di terzi, informazioni errate su procedure o percorsi, disinformazione che sembrerebbero attuati ad arte. Atti indotti da terzi che alimentano ritardi che spesso sfociano in conflittualità che potrebbero essere evitare. “Certificati di malattia non rilasciati dai pronto soccorso, ospedali e presidi specialistici che non rilasciano le regolari ricette rosa del Servizio Sanitario Nazionale demandando a terzi la prescrizione, Inps e Inail i cui impiegati impegnati allo sportello non accettano certificati post ricovero o dei pronto soccorsi perché cartacei. Sono questi le maggiori difficoltà che riscontrano gli utenti” – evidenziano gli esponenti  della Federconsumatori campana. E non finisce qui. Le liste d’attesa sono ormai insostenibili: basti pensare che ormai un’ecografia prima di un anno non si trova, per una protesi d’anca o di ginocchio siamo passati da circa otto mesi dello scorso anno ai 5-20 mesi di attesa, chi può si riversa sul privato, una protesi d’anca migliaia e migliaia di euro. Per una visita i tempi diventano biblici, una visita dermatologica prima di sei mesi si è fortunati.

 

 

“La Regione che prima pubblicava i tempi d’attesa ora non lo fa più, alla faccia della trasparenza” – sottolinea Roberta Coppola, commessa.  Le maggiori segnalazioni dei cittadini evidenziano le difficoltà nel raccordo tra ospedale e servizi territoriali e la mancanza di una rete efficace di presa in carico del paziente, oltre che una sensazione generalizzata di mancanza di orientamenti. Segnalati disservizi amministrativi negli ospedali San Paolo, Loreto Mare, San Giovanni Bosco (Napoli), Rummo (Benevento): la rete dei servizi sanitari mal si raccorda. Il cittadino è il più delle volte costretto a percorrere interminabili pellegrinaggi tra uffici alla ricerca di informazioni. I cittadini sono scarsamente informati su servizi o figure professionali esistenti e da attivare, procedure da compiere, tempi di attivazione, ciò comporta incertezza e smarrimento per il malato e per i familiari. Tra procedure poco trasparenti segnalata la mancata indicazione dei  costi per l’attivazione dell’ambulanza per il trasferimento tra strutture sanitarie. Una scarsa informazione che costringe gli utenti a provvedere in maniera autonoma, facendosi carico di spese cospicue e, spesso, indebite. La burocrazia sanitaria produce difficoltà e disagi alle imprese fornitrici. Tempi lunghissimi per il pagamento dei crediti vantati dalle imprese biomedicali. Molte aziende sono costrette ad attendere oltre 1300 giorni in media prima di vedersi saldare la fattura. Ci sono altre imprese fornitrici che aspettano anche di più, come quelle che forniscono cerotti, bisturi, lastre, flebo ed altri dispositivi: i tempi di attesa toccano la soglia dei 1500 giorni.

Ciro Crescentini

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