Il Mattino in crisi licenzia 3 poligrafici, sindacati sul piede di guerra: “Atto grave”

Il quotidiano di Caltagirone il 1 gennaio invia le lettere di pre licenziamento: motivi economici dietro la decisione

NAPOLI – Costante il calo di vendite delle copie e degli introiti pubblicitari. E la crisi del Mattino la pagano i dipendenti. Il primo gennaio il quotidiano di Caltagirone ha recapitato a tre poligrafici lettere di “pre-licenziamento”, comunicando la volontà di interrompere il rapporto di lavoro per un “giustificato motivo oggettivo”. Ossia la necessità di licenziare per la crisi del giornale, in corso da anni. Una decisione che ha indotto Uilcom e Slc-Cgil a proclamare lo stato di agitazione. “Un atto grave sia per la tempistica – afferma Massimo Taglialatela, segretario generale Uilcom Campania -, con le lettere ricevute dai lavoratori il primo dell’anno, sia perché la procedura è stata avviata senza alcun passaggio relazionale”. Entro pochi giorni le parti compariranno davanti alla Commissione Territoriale di Conciliazione, per verificare la possibilità di ricollocare i dipendenti in altri settori del gruppo. Una disponibilità che l’azienda non sembra manifestare. “E’ un precedente pericoloso e destabilizzante – chiosa Taglialatela – serve un tavolo nazionale per ragionare a 360 gradi sulle difficoltà del gruppo Caltagirone e del sistema editoriale in generale. In pochi anni rischiamo di veder scomparire i poligrafici”. Appare possibile il ricorso dei lavoratori al giudice del lavoro. Una scelta che però non porterebbe al reintegro nemmeno in caso di riconoscimento di licenziamento illegittimo, grazie a legge Fornero e Jobs act che hanno abolito le tutele dell’articolo 18 nei casi in di risoluzione del contratto per motivazioni economiche. Una ragione in più di plaudire all’azione di Renzi per Il Mattino, da sempre non proprio un quotidiano anti governativo.

girobe

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