Napoli, mercoledì di nuovo in piazza gli operatori sociali e sanitari: “buttati sul lastrico”

Iniziativa di lotta davanti al Palazzo della Giunta Regionale

Mercoledì prossimo di nuovo in piazza i lavoratori delle cooperative impegnati in mansioni sanitarie e socio sanitarie presso le attività e i servizi appaltati dalle Asl, saranno tutti licenziati nei prossimi giorni. Nelle sole strutture di Napoli Centro sono 250 i lavoratori interessati agli esuberi.

L’iniziativa di lotta, promossa dalle organizzazioni sindacali di categoria di Cgil,Cisl e Uil, si terrà a Napoli davanti alla sede della Giunta regionale della Campania in via Santa Lucia.

Purtroppo – sottolinea il leader della Cisl Funzione Pubblica dell’area metropolitana di Napoli Luigi D’Emilio – ancora una volta siamo costretti a segnalare l’assurdità di una situazione davvero incredibile. C’è una legge nazionale del 2021, la 234, che all’art. 1 comma 268 lettera c) prevede, nell’ambito dell’obiettivo di reinternalizzare i servizi, una riserva dei posti per il personale che ha espletato l’attività appaltata, e c’è una mozione unanime approvata dal Consiglio regionale della Campania nel febbraio scorso che impone tempi brevi e certi per l’attuazione della normativa. Ma l’Asl Na 1, come fosse una repubblica indipendente, continua a non fare niente. Stiamo aspettando da tempo che l’azienda avvii un avviso pubblico di stabilizzazione per verificare quanti sono in possesso dei requisiti indicati dalla 234, ma non abbiamo risposte. Andremo avanti fino a quando non raggiungeremo gli obiettivi che ci siamo dati”.

In parte – dice Vincenzo Migliore, responsabile Terzo Settore della Cisl Fp – verranno licenziati il 15settembre, gli altri successivamente fino al 31 ottobre. Chiediamo che vengano sospese queste procedure da parte delle società titolari dell’appalto e rivendichiamo che si definisca subito il riassorbimento di queste risorse rivelatesi fondamentali durante l’emergenza, e in possesso di esperienze importanti maturate sul campo che le rendono indispensabili per garantire la continuità ottimale dei servizi ai pazienti”.

CiCre

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