Rispondere con regole certe e condivise
Un aumento del 9,90 per cento delle ore lavorate nel periodo gennaio-giugno 2024 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, Più 7,60 per cento di lavoratori impiegati, con un aumento della massa salariale del 13,56 per cento, ma una flessione dello 0,93 per cento delle aziende impegnate. Sono alcuni dei dati forniti dalle Casse edili regionali ed elaborati dalla Fillea Cgil Campania per dimostrare come il settore dell’edilizia sia “un treno in corsa, ancor più dell’anno scorso, che sembrava l’apice degli ultimi 15 anni” dice, in una nota il segretario generale Enzo Maio.
Se tra gennaio e giugno 2023 le ore lavorate sono state 35.162.076 a giugno di quest’anno sono già balzate a 38.641.742 (+9,90%). Stesso discorso per il numero di lavoratori impiegati nel settore: in un anno si è passati da 52.196 addetti a 56.165, con un aumento del 7,60 per cento. Aumento consistente anche per la massa salariale che passa dai 381.604.307 milioni di euro del 2023 a 433.339.59 milioni di euro di quest’anno, con un aumento del 13,56 per cento.
“È fuori discussione – sostiene Maio – che i vari Bonus e Superbonus, che hanno smosso il settore privato e dell’edilizia diffusa e gli interventi pubblici – a partire della linea di AV/AC Napoli Bari e i primi interventi del PNRR – hanno iniettato nel settore una quantità enorme di risorse economiche. Non sempre però – avverte – le risorse hanno coinciso con la crescita del settore. Il lavoro nero e grigio ha sempre caratterizzato le grandi stagioni di interventi pubblici e privati, sottraendo capitali leciti per attività illecite. Sono state invece la parte normativa, legislativa e contrattuale prodotta dal settore negli ultimi anni a far sì che l’edilizia emergesse dalla commistione di illegalità. Sindacati e sistema di impresa, con l’adozione del DURC per Congruità – ricorda il segretario generale degli edili Cgil – hanno saputo per primi cogliere l’occasione per rilanciare e depurare il settore dai fenomeni distorsivi e regressivi che storicamente l’edilizia si portava dietro, con aziende inesistenti e operai fantasma che hanno inquinato il settore. Un sistema, spesso avallato da stazioni appaltanti e committenti distratti o poco inclini al rispetto delle norme”.
“La Campania – conclude Maio – ha una grande occasione a cui non può che rispondere con regole certe e condivise. Le grandi risorse che arriveranno, con la messa a terra dei fondi del PNRR, saranno fonti appetibili delle mafie e del malaffare che proveranno a fare cartello per aggirare norme e leggi. Di fronte a ciò – è l’appello – la parte sana di questa regione dovrebbe fare cartello per arginare la loro presenza. Le istituzioni tutte, a partire dalle grandi stazioni appaltanti, Regione Campania e i sindaci delle grandi aree urbane a partire da Napoli, hanno il sacrosanto dovere di costruire e consolidare, insieme alle parti sociali, gli argini per combattere le più impensabili forme di illegalità“.