Referendum, a Roma sfila il popolo del No: “Non lasciamo la parola al governo”

La manifestazione nazionale parte da Piazza della Repubblica fino a Piazza del Popolo dove ci sarà un concerto degli artisti per il “No” a referendum

“Siamo quelli che lavorano troppo per troppo poco, siamo quelle che ormai lavorano gratis per fare curriculum, siamo quelli che vorrebbero studiare ma non hanno soldi, siamo quelle con le scuole che crollano, siamo i giovani che sono costretti ad andarsene dall’Italia, siamo quelli senza casa o che pagano affitti troppo alti, siamo quelle che subiscono le grandi opere sui propri territori, siamo quelli che non ne possono più che si protesti solo su Facebook”. In piazza a Roma “il popolo del No” con una grande manifestazione nazionale alle 14 da Piazza della Repubblica fino a Piazza del Popolo dove ci sarà un concerto degli artisti per il “No” a referendum. Al concerto – spiegano i promotori del corteo – parteciperanno Andrea Rivera, Pierpaolo Capovilla, i 99 Posse, The Bluesbeaters, Jovine, gli Assalti Frontali, MauMau, Daniele Sepe, Michele Riondino, Claver Gold, Iceone e Don Diegoh, Rugantino e Rasta Blanco de “Radici nel Cemento”, Kento, O’Rom, Oyoshe & The wazers, Nadar Solo, Chop Chop Band, E’Zezi, Pepp-Oh & The BabeBand, Inna Cantina con la presentazione di Lampa Dread. In prima fila ci saranno il Comitato romano per il No alla riforma costituzionale, i movimenti ambientali e contro le grandi opere (No tav, no grandi navi, trivelle zero, stop biocidio), gli studenti per il No, i lavoratori, i movimenti di lotta per il diritto all’abitare. “Politici, banchieri, vips, capitani d’industria – affermano gli organizzatori – non lasceremo parlare solo loro sul referendum costituzionale di dicembre! Il Partito di sistema (alias Pd) ha dimostrato in questi trenta mesi di governo quali sono le sue politiche: mancette elettorali, grandi opere, jobs act, buona scuola, genuflessioni all’Ue. Premier e partito della nazione, col referendum costituzionale e l’italicum, vogliono più poteri per mettere l’acceleratore nella scientifica distruzione dei nostri diritti. In tanti territori c’è già chi ha imparato a dire No ad un modello di sviluppo non più sostenibile. Altri resistono tutti i giorni con piccoli gesti che restano invisibili”.

(Foto C’è chi dice NO/Fb)

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