I senatori hanno approvato con 137 sì, 94 no e 20 astenuti l’ordine del giorno di Fi che respinge la deliberazione della Giunta per le Immunità che nel luglio scorso aveva dichiarato decaduto l’ex giornalista dal mandato di parlamentare perché condannato con sentenza passata in giudicato per peculato, per l’uso indebito della carta di credito Rai. Con i berluscones votano 19 dem. M5S: “Voto di scambio come per la mozione Lotti”
“Sono pronto a bere la cicuta” aveva detto l’ex “direttorissimo” del Tg1 nel suo intervento a Palazzo Madama. Ma non dovrà berla, perché l’Aula del Senato ha salvato Augusto Minzolini che resta in carica come senatore di Forza Italia. I senatori hanno infatti approvato con 137 sì, 94 no e 20 astenuti l’ordine del giorno di Fi che respinge la deliberazione della Giunta per le Immunità che nel luglio scorso aveva dichiarato decaduto l’ex giornalista dal mandato di parlamentare perché condannato con sentenza passata in giudicato. Un voto che sa di inciucio: i senatori del Pd che hanno votato insieme a Forza Italia per “salvare” Augusto Minzolini sono stati 19. Mentre quelli di Ap sono stati 23. Nessuno invece di Mdp che hanno votato quasi tutti contro. E 24 Dem e 4 Mdp non erano presenti. La delibera della giunta applicava la legge Severino in seguito alla sentenza di condanna a due anni e sei mesi di reclusione per peculato, per l’uso indebito della carta di credito aziendale di cui il parlamentare azzurro aveva disponibilità come direttore del Tg1.
Il voto dell’odg è stato accolto da un lungo applauso. Al Pd era stata lasciata libertà di coscienza sul voto. Minzolini nel suo intervento in Aula ha annunciato che si sarebbe dimesso qualunque fosse stato l’esito del voto.
M5s all’attacco: “Tra il Pd e Fi c’è stato di fatto un voto di scambio. I forzisti ieri hanno salvato Lotti per lo più uscendo dall’Aula e facendogli abbassare il quorum e loro oggi gli hanno salvato Minzolini che resta senatore di Fi. E’ una vera vergogna. Hanno dimostrato di essere una Casta che vuole restare al di sopra della legge”.