Sergio D’Angelo, consigliere comunale di Napoli: “I titolari dei lidi difendono i loro affari milionari godendo a prezzi stracciati le concessioni delle spiagge, bene pubblico
E’ fallita la serrata organizzata dai proprietari degli stabilimenti balneari. Adesioni al di sotto delle attese e padroni divisi. Secondo l’associazione dei consumatori Codacons, il numero dei lidi che hanno chiuso nelle due ore di serrata è inferiore alle aspettative, e la protesta non ha raggiunto i risultati sperati.
Significativo, eloquente il commento di Sergio D’Angelo, consigliere comunale di Napoli. “Non chiamiamolo sciopero. Quello dei balneari è la serrata per difendere gli affari milionari che si fanno godendo a prezzi stracciati di concessioni per un bene pubblico come le spiagge – sottolinea D’Angelo – Nel 2024 il ministro competente Salvini, strenuo difensore della lobby delle spiagge, ha anche abbassato i canoni del 4,5% a tutti”
Il consigliere D’Angelo si sofferma sui “metodi” utilizzati dai titolari di alcuni lidi e stabilimenti balneari. “Per esempio, quest’anno il Twiga di Flavio Briatore ha pagato allo Stato 22.905,65 euro di canone per la concessione demaniale, a fronte di un fatturato 2023 di 8,2 milioni e 636 mila euro di utile. Non c’è bisogno però di andare così lontano. Un famoso lido napoletano paga 12.500 euro di concessione annua, ma affitta i suoi 200 lettini a 20 euro al giorno – aggiunge D’Angelo – Poi c’è l’ombrellone che si paga a parte. Ci sono i proventi della ristorazione con l’odiosa e illegale pratica che vieta di portarsi da bere e da mangiare. Ci sono gli eventi, le cerimonie, il parcheggio. Quando si tratta di difendere i propri profitti, le associazioni di categoria mettono in evidenza il numero dei lavoratori a rischio. Dimenticano però che nel turismo stagionale c’è lavoro povero, al Twiga i dipendenti prendono 8 euro lordi l’ora. Dimenticano anche che un’inchiesta dall’ispettorato del lavoro nazionale ha attestato nel 2023 una percentuale di irregolarità del 76%. Naturalmente al Sud il picco sale al 95%, quasi tutti, ma anche il Nord-Ovest si difende bene con il suo 78%”
“Altro che sciopero per difendere gli investimenti, lo sciopero dovrebbero farlo i lavoratori e gli utenti costretti dalla carenza e dall’abbandono delle spiagge pubbliche a rivolgersi ai lidi per andare al mare. Come per la mobilità privata nelle città, dove una richiesta su due ai taxi resta inevasa, ma con profitti molto più alti di quelli di un tassista, siamo di fronte agli interessi di una lobby che tiene in ostaggio il paese” – sottolinea ancora D’Angelo.
Sulla stessa lunghezza d’onda Giuliano Granato, portavoce nazionale di Potere al Popolo: “Protestano loro, che ricevono da decenni (da tutti i governi) le concessioni delle nostre spiagge in regalo. Pagandole meno di una stanza singola a Milano. Che un lettino spesso te lo fanno pagare come fosse la meglio suite del pianeta. Che secondo gli indici ISA sono potenziali evasori fiscali in 6 casi su 10. Che quando arriva l’ispettorato del lavoro vengono scoperti a non rispettare contratti e normative sulla sicurezza. Quando a protestare sono lavoratori e lavoratrici cala invece il silenzio – puntualizza Granatoi – Come il 6 luglio, protesta nazionale a Rimini. Ne avete sentito qualcosa? Eppure sono questi lavoratori e queste lavoratrici a essere spesso assunti in nero o con falsi contratti. A lavorare 12 ore al giorno, 7 giorni su 7, per 4-5-6€ l’ora, senza diritto alle ferie, alla malattia, al riposo.Basta concessioni ai privati, grandi o piccoli che siano; spiagge in mano pubblica e lavoratori pagati dignitosamente e con contratti regolari. Questo serve al Paese. Il resto è solo l’ennesimo regalo alla minoranza di privilegiati al cui servizio opera questo Governo (come i precedenti)“
E proprio in tema di stabilimenti balneari, il Codacons, che da anni monitora ufficialmente i listini praticati sul nostro territorio, ricorda come le tariffe di lettini, sdraio, ombrelloni, cabine, ecc. abbiano subito costanti rincari nel corso degli ultimi anni, al punto che oggi il business dei lidi produce un giro d’affari di circa 10 miliardi di euro all’anno.
In linea generale per affittare un ombrellone e due lettini durante il weekend in uno stabilimento standard, la spesa media in Italia si attesta tra i 32 e i 35 euro al giorno, con forti differenze sul territorio: in alcune spiagge del Lazio si va dai 20 ai 25 euro ma se ci si sposta di pochi chilometri, arrivando ad esempio a Sabaudia, servono dai 45 euro ai 65 euro, che arrivano a 90 euro a Gallipoli e toccano i 120 euro in alcune località della Sardegna. In Toscana prezzi molto diversificati: per due lettini e un ombrellone in uno stabilimento medio si spende da un minimo di 27 euro a un massimo di 70 euro al giorno. Se poi si scelgono spiagge di lusso, la spesa supera i 500 euro al giorno e può arrivare a sfiorare i 700 euro.
CiCre