Omicidi sul lavoro senza fine. Rituali e retoriche dichiarazioni delle istituzioni e dei sindacati
Tre giovani lavoratori, un 18enne e due gemelle di 26 sono le vittime dell’esplosione di un deposito abusivo di fuochi d’artificio ubicato in via Patacca in un’area agricola a cavallo tra i comuni di Ercolano e San Giorgio a Cremano.
Altri tre omicidi sul lavoro. Le tre vittime non erano dei professionisti ma giovani arruolati per l’occasione, quasi sicuramente alle prime armi, per confezionare fuochi d’artificio in una casa deposito allestita per l’occasione lo scorso fine settimana. Oggi era il loro primo giorno di lavoro, ma dopo la pausa pranzo qualcosa deve essere andato storto, probabilmente a causa dell’ingente quantità di fuochi stoccati in quell’ambiente.
“Ci hanno chiamato i carabinieri – ricostruisce la signora Anna Campagna, parente di una delle vittime – dicendoci che era scoppiata la fabbrica di fuochi d’artificio dove si trovavano mio genero e le due ragazze che non conoscevo. Ci hanno avvisato i carabinieri. Mio genero mi aveva chiamato alle 13 dicendomi che stava mangiando un panino con le due ragazze e che non c’erano altre persone con loro. Era il primo giorno di lavoro per tutti e tre. Da quello che abbiamo capito – aggiunge la donna – la fabbrica è stata aperta tra venerdì e domenica e oggi era il primo giorno effettivo di lavoro. Non so chi la gestisca, so solo che stamattina sono andati a prenderlo all’esterno di un bar per accompagnarlo al lavoro”.
A descrivere la scena di distruzione che si è trovato davanti è il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto: “Una scena di devastazione ma anche di grandissimo dolore. Mi riferiscono – tiene a dire ai giornalisti – che lì si confezionassero fuochi d’artificio, ma né al Comune, né alle altre autorità sono mai pervenute richieste di autorizzazione. Quello che mi frantuma il cuore è che dei giovani non possono morire così. Dobbiamo insegnare loro – conclude il primo cittadino – che la via maestra, anche se la più lunga, è quella della legalità e del rispetto delle regole affinché quanto accaduto stasera non accada più“.
Puntuali, rituali i commenti delle associazioni sindacali. “Una strage senza fine, una tragedia quotidiana a cui aggiunge la rabbia per la giovanissima età delle vittime e per il fatto che era al primo giorno di lavoro in una struttura abusiva. Non basta più il cordoglio e lo sdegno ma interventi concreti e urgenti in materia di sicurezza sul lavoro e anche sul fronte della legalità. Ormai l’elenco dei morti sul lavoro nella nostra regione è in continuo aumento. Con quelle di oggi salgono a 67 le vittime dall’inizio dell’anno. Al Governo Meloni, che continua con la politica dei tagli, anche sulla salute e la sicurezza di lavoratrici e lavoratori, non possiamo che rispondere con la protesta e lo sciopero generale, ormai l’unico strumento a disposizione per fare arrivare a Roma la voce di chi ogni giorno esce di casa per portare il pane a casa e, sempre più spesso, non vi fa più ritorno. Anche per queste ragioni il 29 novembre scenderemo in piazza a Napoli”. Così il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci
“Un’ennesima tragedia che mette in luce l’assoluta mancanza di controllo. Lo abbiamo ribadito più volte con forza: è fondamentale istituire una procura speciale per gli incidenti sul lavoro e riconoscere il reato di omicidio colposo sul lavoro. Questo rappresenterebbe un deterrente, ma soprattutto, le persone devono comprendere che la vita ha un valore inestimabile, superiore a qualsiasi profitto”. Così il segretario generale della Uil campana, Giovanni Sgambati.
“È particolarmente sconfortante che spesso questi incidenti mortali avvengano in contesti di lavoro illegale, dove le regole vengono sistematicamente ignorate. La Uil continuerà a portare avanti questa battaglia, perché è una battaglia che riguarda tutto il Paese”, conclude Sgambati.
“Non basta più l’indignazione. Siamo vicini alle famiglie dei lavoratori che sono tragicamente scomparsi. Sembra che la vita non abbia più alcun valore”. Lo dice Melicia Comberiati, segretaria generale della Cisl Napoli. “Si tratta dell’ennesima tragedia in un territorio già pesantemente martoriato -aggiunge – Chiediamo che si faccia presto piena luce sulle cause e sulle eventuali responsabilità di quanto accaduto”.
Solite dichiarazioni rituali, retoriche da parte del sindaco di Ercolano e delle associazioni che dovrebbero rappresentare i lavoratori. Ancora una volta emerge la mancanza di controlli sistematici e incrociati sul territorio da parte degli organismi di vigilanza, la polizia municipale, gli ispettorati del lavoro, l’Asl. Le attività di una fabbrica di fuochi d’artificio all’interno di un capannone andavano avanti nell’indifferenza e noncuranza delle istituzioni presenti sul territorio.
CiCre