I 5 mila saltimbocca di Angelo, ragazzo elegante che percepisce 800 euro al mese

Inchiesta dal basso sul Mercato del Lavoro – III Puntata

Angelo fa, ogni giorno, 5000 saltimbocca. Sono in tre, in un minuscolo laboratorio, tutti a nero. Iniziano alle 5 del mattino e continuano ad oltranza, fino a che non hanno finito i 5000. La paga è di ottocento euro al mese: senza contributi, senza straordinari, senza ferie pagate, tredicesima e liquidazione.

Spesso Angelo, che non si chiama Angelo, ricorda le tante occasioni che ha perso. Era un ragazzo elegante, veloce, furbo poi, però, qualche casino di troppo voluto e qualche casino di troppo trovato e si è ritrovato a cinquant’anni senza un euro in tasca. Così esce alle 4 del mattino e va a fare i saltimbocca: prendere o lasciare.

E’ che mia moglie poverina ha un lavoro. Lei, poverina, già ha sposato questo capa di chiodo e adesso, che dovrebbe fare? Mantenermi per sempre? Lei è così buona che non mi fa pesare la situazione, anzi, vorrebbe che lasciassi il lavoro. Ma poi che faccio? Gli chiedo la paghetta settimanale? Cerco qualcosa, anche di poche ore, giusto per sigarette e spesa: insomma non essere solo un peso. Però, stranamente, non si trova niente. Per esempio: a me piacerebbe anche lavorare dove sto, ma la meta delle ore, alla metà della paga. Con quattrocento euro al mese e mia moglie che lavora, senza figli, riuscirei a campare. Tirerei avanti, vero, ma con un minimo di decenza di vita. Invece mi sento un’animale. Sai perché? È che il padrone vuole poche persone intorno: spremute come limoni. Tutti, più o meno, fanno così: ti devastano, perché così diventi sempre più dipendente da loro. Se lavori poche ore e tiri avanti, finisce che ti rimetti in piedi, o che ti viene l’idea giusta, o che rivendichi diritti o, al limite, che ti trovi una fatica decente. Perché fai rete o, semplicemente, perché la tua fame non fa più paura, non ti isola.  Invece umiliandoti, rimani zitto per sempre, una merda per sempre. Quando la sera, tra traffico e ritardi, torno a casa vorrei avere forza per fare qualcosa. Invece mi metto davanti al televisore e faccio finta di guardarlo. È anche vero che ho sbagliato io, ma niente di criminale: qualche megalomania e qualche vizio”  

Angelo vive in un imprecisato luogo dell’Asse Mediano. Una strada che collega tanti nulla, dispersi oltre Napoli: non è semplicemente un hinterland, è un luogo altro, qualcosa di metafisico nel destino di chi ci abita. La notte basta niente e ci si ritrova al mare, invece che in montagna: una Via Lattea che ti fa perdere ogni concezione dello spazio e del tempo. La vita di Angelo si è svolta su e giù per questo Asse del nulla. Si è perso, ma si è anche e con grande forza ritrovato, prima di riperdersi nella insostenibile malvagità del nuovo schiavismo.

Il subdolo e criminale strisciarti dentro e lentamente convincerti che quello ti spetta: 5 mila saltimbocca al giorno e, se ti salta un dito, fa niente, il saltimbocca verrà più saporito.

(Luca Musella)

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