
Il direttore del festival invita i magistrati ad intervenire: “Oltre alle pene previste dalla legge, condannateli alla bellezza forzata”
Claudio Gubitosi ammette che non è facile scrivere di un tema così delicato e doloroso come quello della violenza sui minori. Argomento che ha scosso l’opinione pubblica e le istituzioni nelle ultime settimane. Tuttavia, il fondatore di Giffoni, il festival internazionale dedicato ai giovani e al cinema, lo fa con coraggio e senso civico. Nel suo intervento, pubblicato sul sito ufficiale dell’evento, Gubitosi invita a un confronto aperto e costruttivo tra tutti gli attori sociali coinvolti: famiglie, scuole, giustizia, media, cultura.
Perché, dice: “Quando si parla di ragazzi, nessuno di noi può tirarsi indietro“.
Gubitosi ricorda alcuni dei casi più gravi e drammatici che hanno fatto cronaca in Italia: l’omicidio di Giò Giò a Napoli, gli abusi sulle bambine di Caivano, lo stupro di gruppo a Palermo, l’aggressione al professore a Bari, il pestaggio al disabile a Senigallia. Episodi che mostrano una profonda crisi educativa e morale, che richiede una risposta adeguata da parte delle istituzioni e della società. Non solo una risposta punitiva, ma anche una risposta rieducativa, che sappia recuperare i valori della solidarietà, del rispetto, della responsabilità.
– Le soluzioni dell’ideatore del Giffoni Film Festival –
Inoltre, Gubitosi non si limita a denunciare il degrado e la violenza, ma propone anche delle possibili soluzioni. Tra queste, il ruolo fondamentale della cultura e dell’arte, che possono offrire ai giovani stimoli positivi, modelli alternativi, opportunità di crescita. Il festival di Giffoni è un esempio concreto di come si possa creare uno spazio di dialogo, di confronto, di partecipazione attiva tra i ragazzi e il mondo che li circonda. Un mondo che deve essere capace di ascoltarli, di comprenderli, di sostenerli. In buona sostanza, un mondo che deve essere capace di cambiare.
La violenza dei giovani è un fenomeno che preoccupa e indigna l’opinione pubblica. Ma cosa spinge i ragazzi a compiere atti di crudeltà verso i loro coetanei o verso gli adulti? Quali sono le cause e le possibili soluzioni di questo problema sociale?
– La riflessione di Gubitosi –
Per cercare di capire meglio la situazione, Gubitosi ci offre la sua riflessione.
“Mi sento travolto. I giornalisti hanno il diritto di cronaca. Noi abbiamo il diritto di non subire passivamente quest’onda di notizie che quotidianamente ci sbatte in faccia morte e violenza. Scandalizzarsi non basta. Sento il dovere di fare qualcosa di concreto perché non possiamo condannarci all’indifferenza, alla passività, all’inerzia. Sarebbe una doppia sconfitta“.
– L’analisi del Direttore –
Poi l’analisi: “C’è un dato di fatto: siamo dentro un’emergenza che coinvolge i ragazzi. La loro violenza tradisce un disagio, un disturbo esistenziale, un vuoto di idee, di futuro, un’assenza di prospettive, di slancio verso il domani. Ragazzi sono le vittime e ragazzi sono i carnefici. Si ammazzano, picchiano, abusano, senza ragioni, per il gusto di farlo, per esercitare una supremazia che si basa solo ed esclusivamente sull’uso di una forza cieca e brutale. Comprendo il dolore di chi è vittima di violenza.
Ma ci sono anche i carnefici. Come ci occupiamo di loro? Quale strumenti di redenzione offriamo loro? Attenzione, non li giustifico, né li comprendo. Ma mi pongo il problema di queste persone, che più o meno consapevolmente hanno scelto di stare dalla parte sbagliata. E’ possibile un loro recupero? E se sì con quali strumenti?“.
– Contrastare la povertà educativa: il tema di Giffoni2024 –
Giffoni, il festival internazionale del cinema per ragazzi, ha annunciato il suo tema per il 2024: Contrastare la povertà educativa. Il direttore Claudio Gubitosi ha spiegato le ragioni di questa scelta in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica.
“Giffoni vuole essere dentro questo percorso perché i bambini, i ragazzi, le nuove generazioni sono il nostro cuore che pulsa vita e produce energia. Siamo da sempre impegnati a contrastare la povertà educativa. Lo facciamo in contesti non facili, ci muoviamo sui territori e stringiamo alleanze con le istituzioni, le strutture sanitarie, le realtà associative, gli operatori del terzo settore. Vogliamo farlo sempre di più. Il nostro 2024 sarà dedicato ancora di più a questo, a costruire progetti mirati a contrastare la fragilità delle nuove generazioni: da quelle mentali ed esistenziali fino a quelle sociali, culturali, di formazione e orientamento. Giffoni ha il dovere di testimonianza, deve essere in prima linea perché da sempre segue le evoluzioni sociali, prova ad accompagnare processi di trasformazione che investono il territorio, le comunità, le esperienze di vita, le dinamiche culturali“, ha dichiarato Gubitosi.
– L’educazione: strumento di emancipazione e inclusione sociale –
Innanzitutto, il festival, che si svolge ogni anno nella cittadina campana di Giffoni Valle Piana, coinvolge migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo, che assistono alle proiezioni dei film in concorso e partecipano ai dibattiti con gli ospiti.
Inoltre, tra gli obiettivi di Giffoni c’è quello di promuovere la cultura cinematografica tra le nuove generazioni e di stimolare la loro creatività e il loro senso critico. A riguardo, il tema del 2024 si inserisce in questo contesto, ponendo l’attenzione sul ruolo dell’educazione come strumento di emancipazione e inclusione sociale.
– La creazione di opportunità formative per i giovani –
Gubitosi ha sottolineato l’importanza di creare opportunità formative per i giovani, soprattutto in un periodo segnato dalla pandemia e dalle sue conseguenze economiche e sociali.
“Giffoni vuole essere una voce forte e chiara in difesa dei diritti dei bambini e dei ragazzi, che sono stati tra i più colpiti dalla crisi sanitaria. Vogliamo offrire loro spazi di confronto, di crescita, di divertimento, ma anche di impegno civile e solidarietà. Vogliamo contribuire a formare cittadini consapevoli e responsabili, capaci di guardare al futuro con speranza e fiducia“, ha concluso Gubitosi.
“La responsabilità va sempre riconosciuta e le conseguenze accettate, questo è il mio messaggio. Non voglio essere il giudice di nessuno – precisa con umiltà – Ma, dopo una lunga esperienza nel mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, mi permetto di suggerire ai giudici: oltre alle giuste sanzioni stabilite dalla legge, offrite ai giovani che hanno sbagliato l’opportunità di scoprire la bellezza. Portateli a Giffoni. In questo modo, il loro castigo sarà confrontarsi con una realtà diversa e rendersi conto che hanno scelto la via più infelice”.
Proseguendo, sottolinea: “Lì potranno sperimentare cosa significa la purezza dei rapporti sinceri, la ricchezza dell’amicizia gratuita, della solidarietà, della condivisione, la potenza di un sorriso”.
Poi, si rivolge direttamente a loro, ai giovani che hanno fatto scelte sbagliate: “La mia pena è farvi conoscere Giffoni, perché possiate essere influenzati dalla bellezza grazie al modello di coetanei della vostra età, ragazzi che hanno un solo scopo, quello di realizzare se stessi e le loro vite insieme agli altri e per gli altri. Lo so, è la punizione più dura ma anche forse la più educativa: farvi vedere che un’altra strada esiste. Pertanto, la mia è una sfida ma anche una proposta che vi invito a considerare seriamente. Rifletteteci un attimo”.
– L’invito al Giffoni Festival ad alcuni dei giovani violenti –
Il direttore del Giffoni Film Festival, Claudio Gubitosi, ha proposto di invitare a partecipare all’evento alcuni giovani che hanno commesso atti di violenza e bullismo. Secondo Gubitosi, si tratterebbe di un’occasione per farli entrare in contatto con una realtà diversa da quella in cui vivono, fatta di bellezza, futuro, affetto e sogni.
“Venire a Giffoni sarebbe una sorta di pena di Tantalo, al contrario”, ha detto Gubitosi, “loro che hanno così tanta sete e così tanta fame di ciò di cui hanno bisogno. E nutrirsene a piene mani“.
Gubitosi ha precisato inoltre che non si tratta di un premio o di una corsia preferenziale per questi ragazzi, ma di una tappa di un percorso riabilitativo.
“Isolare chi ha sbagliato non basta. Serve far comprendere loro che esistono altri mondi e che il loro è un mondo piccolo, fatto di paure e di oscurità“, ha spiegato.
Il direttore del festival ha aggiunto, infine, che a Giffoni dovrebbero esserci anche le vittime di violenza e bullismo, per offrire loro un abbraccio collettivo e alleviare il loro dolore.
“Qui a Giffoni le mani non sono strumenti di morte e di violenza. Servono, al contrario, per accogliere, per esprimere empatia, per costruire ponti, per riconoscersi“, ha concluso.
– Il progetto educativo basato su cinema e cultura –
L’idea di Claudio Gubitosi, il fondatore del Giffoni Film Festival, è di coinvolgere i giovani che hanno commesso atti di violenza. Creando un progetto educativo basato sul cinema e sulla cultura.
“Sarà un fallimento? – dice – Forse sì, ma almeno avrò provato a fare qualcosa. Riuscirò a cambiare qualcosa? Sarebbe già un successo enorme. Voglio portare questi aggressori a vivere un’esperienza di gioia e di condivisione. Desidero che capiscano che il rispetto degli altri non si ottiene con una pistola. Intendo metterli in contatto con altri ragazzi che sono contenti di essere attivi nella loro vita, che si sentono responsabili del loro destino. E che hanno scelto percorsi di vita e non vie oscure di morte. Voglio fare la mia parte. Penso che sia necessario reagire. Perché non si dimentichino le vittime e non si archivino i fatti dopo lo scandalo mediatico. Affinchè non ci si abitui all’orrore. Perché si partecipi al cambiamento. Solo così potremo realizzare la speranza di un mondo migliore“.
– La rete di solidarietà tra i vari festival cinematografici per giovani –
Inoltre, l’idea di Gubitosi è anche di creare una rete di solidarietà tra i vari festival cinematografici per giovani in Italia e nel mondo. Così, i ragazzi coinvolti nel progetto potranno conoscere altre realtà e culture diverse dalla loro. In questo modo, potranno ampliare i loro orizzonti e arricchire le loro competenze. Oltretutto, potranno confrontarsi con altri coetanei che hanno interessi e passioni simili alle loro. In questo modo, potranno sviluppare il senso di appartenenza e di identità. In questo modo, potranno scoprire il valore della creatività e dell’espressione artistica. Infine, potranno trovare una via alternativa alla violenza e alla delinquenza.