Faida di Napoli ovest, catturato il latitante Giannelli

E’ ritenuto boss dell’omonimo gruppo criminale di Cavalleggeri, area in forte fibrillazione

NAPOLI –  I carabinieri lo sorvegliavano a distanza e hanno assistito al cambio di auto, con cui il latitante, aiutato da complici, è passato da una Golf a una Nissan. In quel momento i militari sono riusciti a circondarlo: solo in quel momento si è arreso. Così i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli hanno catturato Alessandro Giannelli, 38enne ritenuto boss dell’omonimo gruppo criminale attivo nella zona Cavalleggeri a Napoli. E’ l’area che nelle ultime settimane è stata teatro di omicidi e continue sparatorie. Giannelli è stato fermato sull’autostrada Napoli-Roma. Poco prima era uscito da un Autogrill all’altezza del comune di San Nicola la Strada. I carabinieri sono entrati in azione quando sono stati sicuri che non sarebbero state coinvolte altre persone.  Intrappolato dal blitz, il ricercato si è fatto ammanettare senza resistenza. Perquisito, è stato trovato in possesso di 5mila euro in contanti e documenti falsi. Al polso un rolex e in tasca tre smartphone. Giannelli era insieme alla compagna e al figlio di quest’ultima. Proprio monitorando i movimenti dei familiari gli investigatori hanno intuito il tentativo del boss di lasciare la sua zona di influenza, forse temendo qualche azione dei clan rivali o sentendo la pressione degli inquirenti. Giannelli si era reso irreperibile alla fine del 2015, sottraendosi agli obblighi della sorveglianza speciale. Ai primi di gennaio  è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Napoli, su richiesta della Dda, perché ritenuto responsabile di tentata estorsione, danneggiamento, violenza privata, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, tutto aggravato dal metodo mafioso. Al vaglio la posizione dei complici del boss in questo tentativo di fuga, tutti suoi familiari. La due vetture utilizzate lungo la A1, la Volkswagen Golf e la Nissan Yuke sono intestate a persone che ignoravano il successivo utilizzo. Il boss sinora non ha detto niente.

 

L’USCITA DALLA CASERMA – L’ex ricercato esce sorridente dalla caserma Pastrengo dei carabinieri di Napoli. Lo aspettano per salutarlo a distanza parenti e amici. In quattro, tre ragazze e un giovane, gli gridano “statt’ buono”. Giannelli, latitante dal dicembre scorso, prima di ieri notte si sarebbe sottratto per due volte alla cattura da parte delle forze dell’ordine, dimostrando di potere contare su una fitta rete di protezione  che gli avrebbero permesso, da latitante, di dare ordini e di organizzare spedizioni punitive e intimidazioni nei confronti di gruppi nemici e commercianti. Gli investigatori ritengono che siano riconducibili a lui le sventagliate di kalashnikov anche contro i palazzi della zona tra Fuorigrotta e Bagnoli.

 

CHI E’ – Modi violenti e spari contro vetture per non pagare un’auto usata. Carattere arrogante e violento. Così le informative degli investigatori descrivono Giannelli. Cresciuto nelle fila del clan D’Ausilio, decimato da arresti e pentimenti, il 34enne è pronto a tutto per far emergere il suo gruppo e controllare gli affari illeciti in una vasta area dei quartieri a Ovest del capoluogo. Emblematico quanto accade in una compravendita di auto e veicoli usati in via Vicinale Masseria Grande tra il 25 novembre e il primo dicembre 2015, l’episodio al centro del provvedimento restrittivo che gli è stato notificato. Le indagini dei carabinieri partono dalla denuncia del titolare dell’esercizio commerciale, che racconta come il boss in persona, accompagnato da due guardaspalle, il 25 novembre scorso si sia recato in negozio a bordo di una Bmw bianca e abbia chiesto di avere una Fiat Punto bianca e e una Lancia Y nera; quando il rivenditore di auto obietta di aver già promesso la Lancia a un’altra persona che in acconto aveva consegnato una Fiat, Giannelli chiude un accordo per una C3 e una Punto per 4.250 euro, con un acconto di 2mila euro da versare a breve. Il giorno dopo, invece, due suoi uomini tornarono per pretendere la Lancia, senza nemmeno l’acconto, e, al rifiuto del commerciante, sembrarono limitarsi a una telefonata al boss. Il primo dicembre, Giannelli piomba con due persone nella rivendita. E’ armato di pistola, prima spara danneggiando due vetture, poi la punta alle gambe del titolare mentre lo afferra con la mano libera al volto e lo spinge verso la parete, minacciandolo e dicendogli: “la mia parola va onorata”. Pretende la Lancia, costringe la sua vittima a telefonare all’uomo che l’ha opzionata prima di lui perché venga a riprendersi la Fiat che ha lasciato in acconto, vuole portarsi via tutte e due le vetture che lo interessando senza pagare nulla, nemmeno il passaggio di proprietà. Quando lascia il negozio, fa danneggiare a colpi di pistola dai suoi accoliti di nuovo dei veicoli nella rivendita, questa volta un caravan e un autocarro.

 

 

ANTIRACKET: “ORA PENE CERTE, RAPIDE ED ESEMPLARI” – Luigi Cuomo, portavoce dell’associazione antiracket di Pianura e coordinatore regionale di Sos Impresa, esprime un ringraziamento per la importante operazione e  per il lavoro che quotidianamente gli uomini del generale De Vita svolgono a tutela della sicurezza e  della legalità in città e nella provincia.  “Nei giorni e nelle settimane scorse – dichiara Cuomo- la cronaca cittadina ha riempito le sue pagine di eventi funesti e scoraggianti, notizie come questa di oggi aiutano a equilibrare il bilancio delle notizie tra quelle negative e quelle positive”.  “Ma ora – prosegue –  serve che anche la Magistratura  faccia la sua parte garantendo ai responsabili di tanta violenza e terrore delle pene certe, rapide ed esemplari. Poi la politica deve fare la sua parte, perché ogni sforzo coraggioso generoso e di grande abnegazione è reso vano se le istituzioni politiche dello Stato non garantiscono una buona qualità della vita nei quartieri, un accettabile stato dei servizi sociali,  la lotta alla corruzione e uno sprono vero e concreto verso politiche di sviluppo e di piena occupazione giovanile”.  “Il mondo delle associazioni antiracket e antiusura – conclude Cuomo –  continuerà a fare la sua parte accompagnando le vittime a denunciare e le comunità ad avere fiducia nello Stato e nelle Istituzioni  perché questa è la sola strada possibile per liberare le nostre strade dal degrado, dalla camorra dalle ingiustizie”.

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