Comune di Napoli, de Magistris silura Montalto e il cda di Abc: “Disattesi gli indirizzi”

Il sindaco: “Condotta inspiegabilmente omissiva. Nel redigere i documenti di bilancio non hanno dato seguito al passaggio dei lavoratori del depuratore di San Giovanni”

Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris ha azzerato i vertici di Abc, l’azienda idrica speciale. Silurato l’avvocato Maurizio Montalto e l’intero consiglio di amministrazione composto da Mariarosaria Luongo, Fabrizio Martone, Carlo Borriello e Maria Fioretti.  Il primo cittadino partenopeo ha firmato un decreto sindacale di affidamento dei poteri del presidente e del consiglio di amministrazione di Abc Napoli all’avvocata Marina Paparo, in attesa di completare le procedure per la costituzione dell’organo di amministrazione dell’azienda. L’avvocato Paparo è una giuslavorista, molto vicina all’area della sinistra, da un anni un riferimento, un interlocutore dei lavoratori e delle lavoratrici napoletani. Il sindaco ha motivato il siluramento di Montalto senza giri di parole: “Per il sindaco “In qualità di presidente del consiglio di amministrazione, e in precedenza nella veste di commissario, ha disatteso gli indirizzi espressi dall’Amministrazione comunale – ha sottolineato il primo cittadino – Montalto e il Consiglio di amministrazione hanno assunto una condotta inspiegabilmente omissiva. Nel redigere i documenti di bilancio non hanno dato seguito al passaggio dei lavoratori del depuratore di San Giovanni in Abc –  il tutto ha sottolineato il sindaco – accampando una generica preoccupazione circa la copertura dei relativi costi”. Parole durissime nei confronti dell’ambientalista vicino al coordinamenti di lotta contro la privatizzazione.

 

 

“Il comportamento del presidente e dei consiglieri di amministrazione dell’Abc concretizza un evidente contrasto rispetto agli indirizzi dell’Amministrazione comunale e viola apertamente lo statuto dell’Abc e i legittimi indirizzi politici” – ha puntualizzato de Magistris. Stando ad alcune indiscrezioni trapelate da Palazzo San Giacomo nelle prossime ore potrebbe essere rimossa anche Paola Bruno, amministratore unico della Net Service, società del gruppo Abc.  Dunque, Montalto è stato rimosso per avere alimentato tensione sociale e malessere tra i lavoratori e ostacolato la l’attuazione di accordi sindacali che prevedono l’assorbimento di  107 dipendenti del Consorzio di depurazione di San Giovanni a Teduccio. Accordi sanciti da  delibere approvate dal governo cittadino che oltre alle assunzioni stabilivano il trasferimento in Abc per i prossimi tre anni dei 4 milioni 900 mila euro  che l’ente ha versato finora versato al consorzio che ha gestito il depuratore di Napoli Est e di 400 mila euro di quote annue, provenienti dagli oneri per la depurazione dai comuni di San Giorgio e Portici. Previsto anche il varo di un piano industriale che contneva i  nuovi compiti, ruoli e  competenze di Abc.

 

 

I 107 lavoratori una volta entrati nell’ organico aziendale dovevano essere dislocati presso le 40 stazioni di sollevamento. La rimozione di Montalto era nell’aria. L’avvocato ambientalista era in rotta di collisione con il governo cittadino di Palazzo San Giacomo. IL malessere è emerso apertamente durante la riunione congiunta delle commissioni lavoro e bilancio svoltasi martedì scorso. Una riunione alla quale erano presenti gli assessori Enrico Panini, Mario Calabrese, Salvatore Palma, il vice sindaco Raffaele del Giudice, i sindacati, i rappresentanti del consorzio San Giovanni e Maurizio Montalto.

 

 

La riunione è stata sintetizzata da Matteo Brambilla capogruppo del Movimento 5 Stelle con una nota sui socialnet: “Per riassumere la vicenda, il Comune ha messo in liquidazione il Consorzio San Giovanni , ente in equilibrio finanziario, per farlo confluire in ABC servizi, per fare diventare quest’ultima il soggetto che andrà a gestire il ciclo integrato delle acque, comprendendo anche gli impianti fognari e di sollevamento – ha affermato Brambilla – Il problema è sorto nel momento in cui il collegio revisori di ABC ha dato parere negativo al primo step del piano che prevedeva il passaggio in ABC dei lavoratori e di 8 impianti di sollevamento, prima gestiti dal Consorzio. Praticamente viene detto che il Comune non dà le coperture sia agli impianti che al personale, sia per il 2016 che per il triennio seguente – ha continuato Brambilla – I revisori si riferiscono al Decreto Presidente della Repubblica numero 902 che impone l’equilibrio di bilancio per tre anni successivi, e dicono che se attuassero il piano del Comune con le risorse messe in campo dalla delibera di giunta 4,9 milioni di euro non sarebbero sufficienti a garantire il rispetto dell’equilibrio finanziario dell’ABC – ha detto Brambilla –  Mancano all’appello il costo degli altri impianti, circa 1,35 milioni di euro, 350 mila euro euro per l’impianto di Bagnoli che p potrebbe essere scorporato dal ciclo integrato, e 1,4 milioni di euro per impianto di Coroglio, che il comune dovrebbe girare ad ABC, il costo è inserito in bolletta – Ha aggiunto ancora Brambilla – Insomma  si è assistito a qualcosa di unico: un assessore al bilancio che diceva una cosa, il direttore di un’azienda speciale, controllata dal comune e che dovrebbe essere il braccio operativo della giunta, e anche il fiore all’occhiello, vanto di de Magistris che ha fatto della battaglia sull’acqua pubblica e di Abc Acqua Bene Comune un mantra elettorale, si sono palesemente scontrati davanti a 10 consiglieri comunali, giornalisti, 3 assessori e il vicesindaco, il tutto davanti ai lavoratori che per queste diatribe politico giuridiche non percepiscono stipendio, non sapranno il loro destino lavorativo e continuano a lavorare senza tutela legale su impianti problematici che andrebbero riqualificati. O mentiva l’assessore o i revisori dei conti ABC ed il direttore ABC. Una pagina di cattiva amministrazione e mala politica, ennesimo fardello che la città non può permettersi di trascinarsi ancora”.

 
“La scelta politica del sindaco va in una direzione inequivocabile”. Così sintetizza la vicenda una nota del Coordinamento Campano Acqua Pubblica “Il Presidente e i Consiglieri del CdA di ABC revocati sono espressioni dei comitati; professionisti impegnati – ricorda la nota – contro le discariche, per l’acqua pubblica e contro la camorra”. Ma non è tutto.
“Il provvedimento  – recita il comunicato – preannuncia la partecipazione di ABC a gare aprendo la strada alla privatizzazione. I Comitati per l’acqua pubblica prendono le distanze dal sindaco di Napoli. Il Consiglio civico di ABC preannuncia un’Assemblea pubblica per il 20 settembre prossimo, alle ore 17,  in Piazza del Gesù a Napoli,
per discutere del cambiamento di rotta del Comune di Napoli e della resa dell’amministrazione alla pressione delle lobby e degli interessi”. Sono accuse pesanti.
“I Comitati per l’acqua pubblica – spiega la nota – revocano la fiducia al sindaco di Napoli ed esprimono solidarietà agli ex componenti del CdA di ABC che ringraziano per l’impegno profuso nell’interesse della collettività.

Ciro Crescentini

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