Casertano, accusa di corruzione: arrestati sindaci di Teverola e Vitulazio

Identico provvedimento per un assessore all’ecologia ed un geologo

Per gli inquirenti sarebbero responsabili a vario titolo di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti e abuso d’ufficio in concorso. I carabinieri della Compagnia di Maddaloni, nel Casertano, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di Dario Di Matteo e Luigi Romano, sindaci dei Comuni di Teverola e di Vitulazio, e di un assessore all’Ecologia e un geologo.

 

IL PROCURATORE TRONCONE: “AVVILENTE SCENARIO” – Due vicende distinte, al centro sempre la stessa società di smaltimento rifiuti: la Dhi di Alberto Di Nardi, arrestato nel marzo 2016 con accuse di corruzione nel Comune di Maddaloni. L’inchiesta dei carabinieri, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che ha portato agli arresti di oggi riguarda la presunta gestione clientelare del servizio di raccolta e trasporto rifiuti. In carcere sono finiti il sindaco di Teverola , Dario Di Matteo, di 39 anni; il geologo Franco Aurilio Criscione, 48 anni, marito di un assessore del comune di Vitulazio, e l’assessore comunale all’Ecologia dello stesso comune, Antonio Catone, di 66 anni. Arresti domiciliari, per motivi di salute, per il sindaco di Vitulazio, Luigi Romano, di quasi 70 anni. Entrambi i sindaci sono esponenti di liste civiche. La Dhi Holding Industriale, in un comunicato, prende le distanze dalla vicenda sottolineando l’allontanamento dal management e dalla proprietà l’ex amministratore delegato Alberto Di Nardi. Romano nell’estate del 2015 avrebbe affidato, con un’ordinanza urgente, l’affidamento del servizio di raccolta rifiuti alla ditta per poi prorogarla per i successivi 9 mesi: la contropartita di Di Nardi sarebbe stata l’assunzione di due dipendenti, la promessa di farne altre quattro, e il pagamento di 3200 euro (in parte sotto forma di sponsorizzazione). Aggirando le norme anticorruzione avrebbe anche assegnato un incarico da 19500 euro a un consulente. Parte del compenso (12mila euro) sarebbe stato destinato al geologo Franco Antonio Criscione. Denaro che sarebbe servito a saldare un debito che però Criscione non riusci’ ad intascare.

 

 

Dario Di Matteo avrebbe invece ritardato i pagamenti alla Dhi – attraverso contestazioni e lamentele – per costringere Di Nardi ad assumere il nipote di un assessore comunale, prometterne altre due e a pagare 1500 euro, sotto forma di sponsorizzazione. Lo sblocco dei pagamenti ai dipendenti della Dhi e la proroga – illegittima – dei servizi sarebbero avvenuti, sostengono gli inquirenti, solo dopo il pagamento delle somme corruttive. E di “avvilente scenario” in cui gli amministratori pubblici “piegano la funzione pubblica a meri interessi privati” parla il procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Maria Antonietta Troncone. Per quanto riguarda il Comune di Vitulazio “è emersa una gestione ‘domestica’ da parte del sindaco Luigi Romano e di alcuni amministratori comunali a lui vicini”. Secondo gli investigatori Romano avrebbe violato “le più elementari regole di trasparenza e imparzialità” nell’affidamento di incarichi e servizi pubblici, realizzando “un vero e proprio mercimonio della funzione pubblica”. L’amministrazione comunale di Teverola invece “presenta aspetti di rilevante gravità sia sotto il profilo della legittimità della gestione amministrativa che sotto quello afferente la condotta del sindaco”. Gli indagati sono accusati a vario titolo di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio e indebita induzione a dare o promettere utilità.

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