Case popolari, bagarre al consiglio comunale di Napoli: urla e spintoni per le lettere agli inquilini

Dopo le missive inviate da Napoli servizi i destinatari paventano un imminente sfratto dalle loro case, di cui sostengono di essere legittimi proprietari. Accuse al consigliere Cecere (Dema), per non aver difeso gli elettori: lui le respinge ventilando una prossima soluzione

Il motivo della protesta sono le lettere inviate da Napoli servizi. Occupata la sede del Consiglio comunale di Napoli da inquilini delle case popolari del Comune, che paventano un imminente sfratto dalle loro case, di cui sostengono di essere legittimi proprietari. I manifestanti si erano riuniti davanti all’ingresso del palazzo di via Verdi, poi sono entrati al secondo piano dell’edificio: hanno esposto striscioni chiedendo che venga garantito il diritto all’abitare. Davanti all’ingresso dell’aula consiliare è scoppiata la bagarre. Claudio Cecere, consigliere di Dema, è stato accusato “di non aver fatto nulla” contro le lettere con le quali viene comunicato agli inquilini di dover lasciare le case in cui abitano, ricordando loro il pagamento di 9mila euro al Comune. Momenti di tensione tra spintoni e urla. Cecere si è difeso provando a spiegare ai manifestanti che una proposta relativa a questa vicenda è stata accolta dall’assessore all’Urbanistica Carmine Piscopo, nel corso della Commissione dello scorso martedì.

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