Atti segreti a Nicola Cosentino, arrestato carabiniere

Il maresciallo ai domiciliari per rivelazione di segreto di ufficio. L’ex sottosegretario indagato

Un nuovo filone di indagine su Nicola Cosentino. Un maresciallo dei carabinieri, Giuseppe Iannini, è stato arrestato e posto ai domiciliari con l’accusa di rivelazione di segreto di ufficio aggravata dal metodo mafioso. Secondo gli inquirenti della Dda di Napoli avrebbe consegnato atti di indagine riservati all’ex sottosegretario, già condannato in primo grado per corruzione di un agente penitenziario e finito ai domiciliari il mese scorso, dopo oltre due anni di custodia cautelare in cella. Cosentino è a sua volta indagato per ricettazione aggravata dal metodo mafioso, nell’ambito della stessa inchiesta che ha portato all’arresto del sottufficiale dell’Arma. In casa dell’ex coordinatore campano del Pdl è anche in atto una perquisizione dei carabinieri del reparto operativo di Caserta, che hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Iannini, disposta  dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Dda. L’aggravante contestata è motivata con la presunta agevolazione di due clan: i Puca e i Casalesi. L’Arma dei Carabinieri ha provveduto a sospendere in via cautelare il militare dall’impiego.

 

L’INDAGINE: INFORMAZIONI RISERVATE SU CESARO TROVATE NEL PC –  L’indagine riguarda la consegna di atti sui presunti rapporti del clan Puca di Sant’Antimo con il parlamentare forzista Luigi Cesaro ed i Casalesi. L’accusa di ricettazione a Cosentino scaturisce da informazioni riservate che sarebbero provenute dal maresciallo Iannini, già in servizio presso il Nucleo investigativo del gruppo di Castello di Cisterna. Gli atti sarebbero stati trasferiti attraverso una pen drive, il cui utilizzo è emerso dall’analisi del computer del politico. Il pc fu sequestrato ed esaminato dopo l’arresto di Cosentino del 3 aprile 2014, nell’ambito dell’inchiesta “Carburanti” sugli affari della società di famiglia, l’Aversana Petroli. Secondo gli investigatori, il materiale contenuto nel supporto informatico sequestrato presenta in diversi passaggi alterazioni e omissioni rispetto agli atti originali. Le indagini tecniche avrebbero inoltre evidenziato che Cosentino era in possesso anche delle versioni informatiche di un falso verbale d’interrogatorio apparentemente reso da un collaboratore di giustizia “in relazione al quale – scrivono i procuratori aggiunti Giuseppe Borrelli e Nunzio Fragliasso – l’imputato aveva ammesso solo il possesso di una copia cartacea, sempre rinvenuta nella medesima perquisizione del 2014”.

 

 

Cosentino fu ascoltato  dai magistrati, a cui spiegò di essere stato contattato da uno che si qualificò come agente dei servizi segreti che intendeva favorirlo perché simpatizzante della sua parte politica. Ed ha precisato non aver mai adoperato quel materiale. A metterlo in contatto con Iannini fu un amico del politico, un paramedico che in passato ha svolto la funzione di consulente di una procura per le trascrizioni delle intercettazioni. Su Iannini – fino al 2013 a Castello di Cisterna, dove svolse indagini sulla camorra – il gip scrive: “Emerge una personalità forte, arrogante e prevaricatrice con la criminalità di strada, il mondo dei pusher nel quale si impegna anche oltre il consentito, a quanto pare e  – scrive il giudice Isabella Iaselli – accondiscendente, disponibile e peggio ancora, corruttibile nei confronti di una criminalità di livello superiore. E difatti resta al suo posto come maresciallo capo nella Compagnia Speciale Napoli, occultando una contiguità con la criminalità organizzata di livello superiore”. Iannini, autore di alcuni libri sulla criminalità, fu accusato di aver passato notizie riservate all’ex consigliere regionale Angelo Brancaccio, ma uscì dalla vicenda con un’assoluzione per la mancata trasmissione da parte degli inquirenti al Tribunale di alcune intercettazioni.

 

PERQUISITE LE ABITAZIONI DI LAVITOLA E LAMONICA, NON INDAGATI – La guardia di finanza, nell’ambito dell’inchiesta, ha perquisito le abitazioni del faccendiere Valter Lavitola e del carabiniere Enrico Lamonica, entrambi non indagati. Lamonica negli anni scorsi è stato coinvolto nell’ inchiesta cosiddetta P4. La perquisizione è per conto terzi.

 

 

 

L’ARCHIVIO IN CASA DI IANNINI – Le indagini potrebbero svelare sola la punta di un iceberg. Perquisendo la casa di Iannini ad Orta di Atella, nel Casertano, i carabinieri hanno scoperto un archivio con gli atti di inchieste giudiziarie e un carteggio in cui vi sarebbero anche riferimenti a esponenti delle istituzioni. Tutto materiale al vaglio degli inquirenti. L’ipotesi è che potrebbe far parte di una centrale di dossieraggio. Quanto alle ”carte’

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