Quagliarella e l’addio al Napoli: “Me ne andai per colpa di uno stalker, ma ora è stato condannato”

L’attaccante: “Ho vissuto 4-5 anni da incubo. Su di me dette tante infamità e cattiverie”

L’addio al veleno, l’approdo all’odiata Juventus, i cori di scherno e le maledizioni. Dopo 6 anni Quagliarella racconta la sua verità sul divorzio col Napoli. Una verità amarissima. “Ho vissuto 4-5 anni da incubo, immaginare di non poter vivere serenamente al di fuori del calcio, soprattutto per la mia famiglia, è stata dura. Quando sono andato via dal Napoli sono state dette tante infamità, cattiverie, tante cose non vere. L’unica causa era solo ed esclusivamente questa e quindi, dopo tanti anni, è finita”. L’attaccante doriano spiega ai microfoni di Sky Sport la vicenda con cui ha dovuto convivere nell’anno in cui giocò al San Paolo, conclusa con una condanna in primo grado ad un poliziotto accusato di stalking. “Devo ringraziare la giustizia perché ha fatto un ottimo lavoro, dare 4 anni e 8 mesi a un poliziotto significa che avevano ragione di più. Ho vissuto male io – dichiara – ha vissuto male la mia famiglia, ho cercato di essere comunque concentrato sul campo, perché alla fine scendi in campo, la gente non sa tante cose, come è giusto che sia. Siamo pagati profumatamente ed è giusto che in campo facciamo il nostro dovere, però oggi ci siamo tolti un peso enorme perché è stata dura”. “Non è che un giorno mi sono svegliato – aggiunge Quagliarella – e sono voluto andare via da Napoli. Ero a casa mia, stavo da Dio, stavo con la mia famiglia dopo più di 12-13 anni passati fuori di casa, ero ritornato a casa e quindi non c’era nessun motivo. La causa è semplicemente questa, io ho accusato, ho tenuto botta perché non è facile, non lo auguro a nessuno assolutamente perché tutti abbiamo diritto di vivere una vita libera e serena al di fuori di qualsiasi ambito lavorativo. Non poter uscire di casa e sentirsi minacciato che da un momento all’altro potesse succedere qualcosa, a me, alla mia famiglia, ai miei nipoti, ai miei fratelli, è stato devastante sentire tante cattiverie dette dopo il mio passaggio alla Juve. E’ stato brutto perché uno ci mette passione, amore, professionalità, sacrifici e poi sei giudicato quando la gente non sa. Questa era una delle mie più grandi soddisfazioni, perché c’è stato un giudice che ha dato una sentenza importante e questa è la cosa che più conta e ha tolto un peso non indifferente a me e alla mia famiglia”. E adesso, anche la storia del divorzio da Napoli può essere riscritta.

(Foto Fabio Quagliarella/Fb)

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