Ischia, al via Forum sull’Economia dei rifiuti

L’appuntamento promosso dal Consorzio Polieco alla decima edizione

Il futuro del ciclo dei rifiuti si porta dietro una miriade di interrogativi. Cosa si nasconde dietro ai roghi negli impianti di selezione e trattamento? Quali sono le immediate e future conseguenze della plastica in mare? Come si può fare per ridurre la produzione della plastica usa e getta e per puntare sul riutilizzo e il riciclo ecoefficiente? È giusto demonizzare un materiale rivoluzionario o è il caso di pensare e progettare prodotti plastici in modo da allungarne il ciclo di vita?

 

 

Sono queste alcune delle domande alle quali il Forum Internazionale PolieCo sull’Economia dei Rifiuti, giunto alla decima edizione, darà delle risposte oggi e domani all’Albergo della Regina Isabella di Ischia.

Un confronto aperto sulle conseguenze per la salute e per l’ambiente, cominciato in occasione della conferenza stampa di presentazione del Forum, presso la Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli.

Sul mondo della plastica è, fra gli altri, intervenuto Silvestro Greco, direttore sede Roma della Stazione Zoologica “Anton Dohrn”, convinto che “pensare ad un mondo senza plastica è pura utopia”. “Quello che è necessario – ha detto Greco- è gestire la qualità del riciclo ed evitare che altre plastiche vadano a finire nei nostri mari. Uno studio ha già dimostrato, infatti, che 5,25 miliardi di miliardi di frammenti di plastica galleggiano sulla superficie degli oceani, per un peso complessivo di 270 mila tonnellate. E si tratta solo di una piccola percentuale dei 13 milioni di tonnellate di rifiuti plastici che ogni anno si riversano negli oceani. Il resto, sprofonda nei canyon sottomarini e ai piedi delle scarpate continentali”. Più giusto allora, secondo il direttore Greco “è evitare il più possibile l’uso della plastica usa e getta. Se pensiamo che per uno Spritz in genere ci mettono due cannucce, un ombrellino ed una bandierina di plastica che hanno una durata di vita pari più o meno ad un minuto, è chiaro che a cambiare deve essere il nostro modello di consumo”.

 

 

“Nessuna demonizzazione delle plastiche, se correttamente smaltite”, da Angelo Cecinato, direttore facente funzioni dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IIA) di Monterotondo. “Dopo Seveso, ci furono un numero impressionanti di studi sulle emissioni di diossine ma oggi abbiamo imparato che le plastiche non contengono quasi per nulla precursori di diossina men che meno se si smaltiscono correttamente” ha affermato Cecinato, sottolineando comunque un rischio.

Contro il diffondersi dei roghi negli impianti di trattamento dei rifiuti, Vincenzo Tosti coordinatore Rete di Cittadinanza e Comunità, ha chiesto “chiarezza e trasparenza da parte delle istituzioni deputate al controllo”.  “I cittadini – ha spiegato Tosti- non vogliono essere rassicurati ma vogliono solo sapere la verità e certo non può essere negato che le emissioni dei roghi negli impianti di trattamento rifiuti danneggiano la nostra salute. In una situazione che conserva ancora toni allarmanti è fondamentale un’operazione di conoscenza”. “Il ciclo dei rifiuti che ha fatto la corsa alla quantità di rifiuto differenziato piuttosto che alla qualità del riciclo – ha denunciato Tosti- è gravemente imploso perché manca quella progettualità di recupero che ancora consente ai cartelli economici deviati di continuare a guadagnare sull’emergenza”.

”Controllo e attenzione anche per i dati registrati dalle centraline ambientali”, sono stati assicurati da Luigi Stefano Sorvino,Commissario Straordinario ARPA Campania anche e soprattutto a seguito degli ultimi tre importanti roghi verificatisi in Campania.

 

 

“Ci sono plastiche e plastiche – ha affermato il presidente del Polieco Enrico Bobbio – e oggi bisogna puntare ad un uso razionale, evitando gli sprechi dannosi dell’usa e getta, al riutilizzo e al riciclo ecoefficiente. E’ necessario un nuovo approccio culturale che metta in primo piano la tutela del binomio indissolubile ambiente – salute ed il Forum sarà una nuova significativa occasione di confronto proprio sui  problemi e le best practice del settore”.

 

 

Puntare sulla qualità e non esclusivamente sulla quantità della raccolta dei rifiuti, è la priorità espressa dalla direttrice del Polieco, Claudia Salvestrini, sottolineando che “la chiusura delle frontiere cinesi ha messo in evidenza il sistema deficitario della gestione dei rifiuti in Italia e che oggi i cittadini, a fronte di materiali che vengono riciclati solo in piccola parte, sono doppiamente danneggiati: oltre alle ricadute in termini economici, ci sono i danni alla salute. E’ necessario – ha aggiunto Salvestrini- che ci si riorganizzi uscendo da logiche che inquinano l’ambiente e l’economia”.

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