Vertenza Napoli Servizi, la partecipata perde un’altra causa: annullati 5 atti transattivi

Nuova sentenza sfavorevole per la società di Palazzo San Giacomo, che aveva assorbito i dipendenti di Napoli Sociale dopo i verbali di conciliazione, con i quali rinunciavano a diritti maturati con l’azienda in liquidazione. Il giudice del lavoro accoglie il ricorso di alcune operatrici sociali: “Nessuna soluzione di continuità tra i rapporti contrattuali”

Verbali di conciliazione della vertenza Napoli Sociale, Napoli Servizi soccombe ancora davanti al giudice del lavoro. Come già avvenuto in una sentenza emessa a marzo, il tribunale di Napoli ha accolto il ricorso di alcune ex dipendenti di Napoli Sociale, società in liquidazione del comune di Napoli, trasferite a Napoli Servizi. Le ricorrenti sono 5 operatrici sociali, assistite dagli avvocati Giuliana Quattromini e Fabio Valerio Coppola, e sostenute dalla “Rete e Soccorso per i Diritti”. Al centro della vicenda, gli atti transattivi firmati dalle dipendenti, prima dell’assunzione in Napoli Servizi, altra partecipata comunale. Le ricorrenti sostenevano che l’azienda avesse esercitato pressioni, facendole rinunciare all’inquadramento professionale e alle spettanze maturate nel rapporto con Napoli Sociale. Una sorta di accordo capestro, per poter essere assunte. Nella pronuncia del 23 maggio, il giudice del lavoro Maria Pasqualina Gaudiano ha annullato quei verbali di conciliazione, sottoscritti il 3 novembre 2016. Ha quindi dichiarato che il rapporto di lavoro è proseguito alle dipendenze di Napoli Servizi, senza soluzione di continuità. La sentenza afferma: l’amministratore di Napoli Servizi, Domenico Allocca, “aveva espressamente dichiarato che la mancata sottoscrizione della conciliazione avrebbe comportato il licenziamento e che era l’unica soluzione per continuare il rapporto lavorativo”. Un avvertimento anticipato da una lettera inviata dall’azienda alle operatrici sociali. “Evidente è – scrive il giudice – che il consenso alla sottoscrizione del verbale di conciliazione sia stato indotto dal comportamento del futuro datore di lavoro che, nella comunicazione esaminata, nella sostanza, minacciava la non prosecuzione del rapporto di lavoro in caso in cui le lavoratrici non avessero accettato di essere assunte ex novo con rinuncia alle garanzie”. Napoli Servizi e Napoli Sociale, inoltre, sono state condannate in solido al pagamento di 454 euro a ciascuna delle 5 lavoratrici. Napoli Servizi dovrà anche pagare loro le spese legali (3.500 euro complessivi), compensate invece tra le ricorrenti e Napoli Sociale.

Gianmaria Roberti

sentenza giudice lavoro Napoli Servizi 23 maggio 2019

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